Dissequestrati tutti i camici, i pm tornano sui conti Svizzeri

Sarà necessario accertare il motivo per cui su quella somma scudata il governatore Fontana avrebbe pagato una supermulta da 57mila euro

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Sono stati dissequestrati ieri dalla Procura i 25 mila camici anti Covid che erano stati recuperati a fine luglio nei magazzini della Dama spa, l’azienda amministrata da Andrea Dini, il cognato e tra i coindagati del governatore Attilio Fontana nell’inchiesta sulla fornitura da oltre mezzo milione di euro di dispositivi di protezione. I camici sono stati dissequestrati dopo l’impegno formale da parte di Dini di donarli ad Aria, la centrale acquisti regionale. Donazione che dovrà essere poi formalizzata con conseguente smistamento dei camici da parte di Aria per l’emergenza Covid. I camici, che erano custoditi come corpo del reato in un magazzino nella disponibilità dell’autorità giudiziaria, costituivano il lotto non consegnato della fornitura ad Aria di 75 mila pezzi che l’azienda, che detiene il marchio Paul&Shark, ha trasformato in corso d’opera in donazione.

Nel frattempo, inquirenti e investigatori hanno iniziato il lavoro di analisi delle chat recuperate su alcuni telefoni, tra cui quello della moglie di Fontana, attraverso una ricerca per parole chiave. Data la mole ingente di messaggistica rintracciata, è stato necessario prendere un computer di ultima generazione che possa contenere tutti i dati e ci vorrà parecchio tempo per analizzarli.

Secondo quanto hanno ipotizzato i pm c’era "la piena consapevolezza di Andrea e Roberta Dini, riguardo alla situazione di conflitto di interessi nel caso della fornitura di camici e altri dpi da parte di Dama". I fratelli Dini avrebbero predisposto "strumentali donazioni di mascherine per precostituirsi una prova da utilizzare per replicare alle presumibili polemiche sul conflitto di interessi sulla commessa di camici". In un messaggio tra Andrea Dini e un responsabile di Dama il primo scrive: "Dobbiamo donare molte più mascherine (…) se ci rompono per le forniture di camici causa cognato noi rispondiamo così". I fratelli Dini avrebbero avuto un "forte interesse nel ricercare nuove occasioni di guadagno, in particolare riconvertendo la produzione nel settore di camici e delle mascherine per la situazione di grave tensione patrimoniale della società Dama, dovuta principalmente alla cancellazione degli ordini per la grave emergenza Covid".

Oltre ai camici si apre un altro fronte di accertamenti da parte della Procura, quello relativo ai soldi scudati in Svizzera da parte del governatore. Fontana non avrebbe saputo spiegare perché a ottobre 2016 ha pagato sanzioni all’Agenzia delle Entrate per oltre 57mila euro. Fontana non era solo erede. Aveva una procura sui conti ereditati. E per questo avrebbe versato questa somma. L’ipotesi, da accertare, è che non avesse voluto denunciare il conto depositato all’estero, cosa questa, che contrasterebbe con la sua linea difensiva che sostiene la totale chiarezza di quei conti.

Anna Giorgi

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