Disney, sciopero e protesta "Dopo la cassa, i tagli"

La chiusura dei negozi fisici cancellerà 49 posti di lavoro solo a Milano. Domani giornata di mobilitazione davanti allo store in corso Vittorio Emanuele

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di Andrea Gianni

"Dopo aver fatto incetta di tutti i dollari d’argento, zio Paperone non si accontenta mai". Citano uno dei più celebri personaggi Disney i lavoratori che domani sciopereranno in Lombardia contro la decisione del colosso dell’intrattenimento di chiudere tutti i suoi negozi in Italia, lasciando a casa 250 persone dopo aver usufruito nei mesi scorsi dei soldi pubblici della cassa integrazione in deroga. Una decisione, comunicata venerdì scorso, che solo a Milano impatta su 49 lavoratori, 14 a Bergamo e 2 a Brescia. "I suoi stores sono stati luoghi di aggregazione per bambini e famiglie, dove i film e i sogni prendevano forma e vita. Lo scenario che si sta delineando – spiega Roberta Griffini, della Filcams-Cgil – è inquietante e difficile per le lavoratrici e i lavoratori che hanno creduto in questa azienda". L’abbandono dei negozi fisici da parte di Disney, fra cui quello nel cuore di Milano, in corso Vittorio Emanuele II, sarebbe legato alla scelta aziendale di puntare tutto sul commercio online. "L’azienda non si trova certo in crisi dal punto di vista del fatturato", prosegue Griffini. Per domani, in contemporanea con iniziative di protesta in altre regioni, è stato quindi proclamato uno sciopero dell’intero turno di lavoro, con presidio dalle 10 alle 12 davanti allo store di corso Vittorio Emanuele che si avvia verso la chiusura.

I sindacati puntano anche il dito contro la decisione dell’azienda che "in una nota interna ha “invitato” i lavoratori a non rilasciare interviste ai giornalisti fornendo i recapiti aziendali da contattare". Un atteggiamento che i sindacati di categoria Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs "stigmatizzano". La chiusura dei negozi è una doccia fredda che si inserisce in un clima di relazioni sindacali tese da anni, con due grossi piani di esuberi in Italia che si sono succeduti nel tempo, legati anche alla fusione tra Disney e Fox. Operazione da 72 miliardi di dollari che ha creato un colosso del cinema, media e intrattenimento.

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