Dibattito pubblico, i Sì Meazza bocciano Pillon

Il Comitato critica anche la decisione del Collegio dei Garanti di stoppare i due referendum su San Siro

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Il Comitato Sì Meazza ha indirizzato una lunga lettera ad Andrea Pillon, coordinatore del dibattito pubblico sul progetto del nuovo stadio di San Siro. Nella missiva, pubblicata sul profilo Facebook del Comitato e firmata da Luigi Corbani (presidente), Claudio Trotta (vicepresidente) e Gabriella Bruschi (coordinatrice), i vertici di Sì Meazza si dichiarano "sorpresi perché lei (Pillon, ndr) vuole compiere una “preventiva ricognizione” sulle criticità e rilievi sull’”opera oggetto del dibattito”, che non c’è, per vostra stessa ammissione pubblica. Infatti le società non hanno mai ottemperato in tre anni “alle prescrizioni delle condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto stesso” richieste dalla Giunta comunale nel novembre 2019 e poi nel novembre 2021".

Il Comitato Sì Meazza aggiunge che "dai comunicati stampa sappiamo solo che lei è stato incaricato di organizzare il dibattito pubblico, con un costo di 245 mila euro a carico del Comune, e non si capisce perché non sia a carico delle due società che hanno avanzato la proposta dello “Stadio di Milano”". E ancora: "Ci sarebbe piaciuto e sarebbe stato corretto che lei ci avesse fornito la bozza di programma di organizzazione del dibattito pubblico. Almeno una bozza, vista la Sua esperienza".

Corbani, Trotta e Bruschi, inoltre, prendono posizione sulla recente bocciatura, da parte del Comitato dei Garanti, della proposta di referendum sul futuro dello stadio di San Siro, anche se il Comitato Sì Meazza non è stato tra i proponenti dei due referendum, abrogativo e propositivo: "Il nostro Comitato, che non ha ritenuto in questa fase il referendum uno strumento idoneo, considera molto grave che si tenti di negare l’istituto del referendum su delibere di Giunta esistenti per realizzare invece un dibattito pubblico su una proposta inesistente. Anzi per essere molto, chiari, i rilievi contro il referendum manifestano grave malafede in quanto concentrano l’attenzione sul nuovo stadio, che occupa solo il 14% dell’area pubblica, oggetto dei desideri delle due società".

Non è finita. I Sì Meazza considerano "vergognoso che gli uffici non prendano in considerazione l’ipotesi e la possibilità di un concorso internazionale per l’adeguamento, l’ammodernamento e la gestione dello stadio Meazza. Noi siamo sempre stati e siamo dell’opinione che la sede del dibattito pubblico dovrebbe essere il Consiglio comunale".

M.Min.

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