Dati Rt sbagliati: sindaci all’attacco

I primi cittadini di centrosinistra: "Numeri errati dal 12 ottobre, la Regione chiarisca". Controffensiva dei governatori della Lega

Il sindaco Giuseppe Sala e il governatore Attilio Fontana

Il sindaco Giuseppe Sala e il governatore Attilio Fontana

di Massimiliano Mingoia

Dati sbagliati sulla zona rossa, la bagarre politica continua. Di prima mattina i governatori della Lega, con una nota, si schierano con Attilio Fontana e chiedono insieme a lui al Governo "di modificare il sistema di valutazione su colore delle regioni e di smetterla di incolpare la Lombardia". All’ora di pranzo, invece, sette sindaci di centrosinistra delle città capoluogo lombarde, in videoconferenza, puntano il dito sugli errori del Pirellone e chiedono con forza "trasparenza sui dati" dei contagi alla Regione Lombardia. Non solo. Il primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori spiega: "Vogliamo capire se questo difetto di sistema nel calcolo dell’Rt (l’indice di contagio da Covid, ndr) non riguarda solo il periodo dal 15 al 30 dicembre ma va avanti dal 12 ottobre, da quando guariti e deceduti non sono stati scorporati dai pazienti positivi".

Il sindaco di Milano Beppe Sala, subito dopo, rincara la dose e controreplica al governatore lombardo dopo la polemica di domenica tra i due: "Quando il presidente Fontana dice che non è colpa di nessuno non è così, di qualcuno è colpa, il problema non è fare un processo ma correggere il malfunzionamento". Il numero uno di Palazzo Marino distingue tra "la capacità politica e quella tecnica" e sottolinea: "I due apparati devono lavorare insieme, è molto importante che ci sia un controllo tecnico forte su quello che si fa e credo che da questo punto di vista qualche pecca ci sia stata. Fontana dice che i dati richiesti sono già pubblici? Non è così ma soprattutto: sono veri o no? Per un tempo da definire non erano dati veri".

A domanda diretta dei cronisti, intanto, Sala esclude che i primi cittadini targati centrosinistra presentino esposti o ricorsi sul caso dei dati corretti in corsa. Con Sala e Gori ci sono Emilio Del Bono (Brescia), Gianluca Galimberti (Cremona), Mauro Gattinoni (Lecco), Mattia Palazzi (Mantova) e Davide Galimberti (Varese). Tutti e sette non invocano, a differenza dello slogan della manifestazione del Pd ieri pomeriggio davanti a Palazzo Lombardia, le dimissioni di Fontana, ma una verifica sugli errori di sistema e la loro immediata correzione per evitare che in futuro la Lombardia possa di nuovo finire in zona rossa anche se i dati sui contagiati la porrebbero in zona arancione.

La polemica politica vede due fronti distinti e distanti. Sì, perché, come accennato all’inizio, ieri, a fianco di Fontana, sono scesi in campo i governatori del Carroccio: Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Christian Solinas (Sardegna), Nino Spirli (Calabria), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto). Tutti insieme chiedono, "come già fatto in passato", di "modificare il sistema di valutazione per determinare il colore di ogni regione con le conseguenti restrizioni anti Covid. Il sistema può avere conseguenze devastanti sulla vita delle persone e sull’economia, come nel caso della Lombardia, è necessario il massimo rigore nell’analisi dei dati. Il Governo non può ad ogni problema esimersi da responsabilità e incolpare le regioni".

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