Coronavirus in Lombardia, la Regione: anziani a rischio, stiano a casa

L’assessore Gallera: gli over 65 categoria fragile, subito sostegno domestico. In Lombardia sì all’apertura contingentata per musei e chiese

L'assessore al Welfare Giulio Gallera

L'assessore al Welfare Giulio Gallera

Milano, 2 marzo 2020 - La Regione , dopo il decreto del Governo, annuncia il piano anti-coronavirus fino a domenica prossima in Lombardia: sì all’apertura contingentata dei musei, chiusura confermata per le scuole di ogni ordine e grado e le università e per cinema e teatri, ancora stop alle cerimonie nelle chiese ma sì all’ingresso nelle stesse con il criterio della distanza di un metro tra i fedeli. Ma, soprattutto, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera lancia un messaggio netto agli anziani ultra 65enni: limitate gli spostamenti, se possibile rimanete a casa da qui ai prossimi 15 giorni perché siete categoria fragile al Covid-19.

Gallera , nel pomeriggio a Palazzo Lombardia, fa il punto della situazione sull’emergenza e chiosa così: "Il messaggio che diamo oggi è che tutte le persone che hanno più di 65 anni rallentino il più possibile gli scambi di socializzazione. Perché sono la categoria più vulnerabile: le 31 persone decedute finora in Lombardia a causa del virus hanno tutte più di 75 anni". Non solo. "Domani (oggi, ndr ) abbiamo già organizzato una riunione in teleconferenza con tutti i sindaci perché vogliamo attivare con loro dei piani di sostegno e di supporto a queste persone che devono rimanere a domicilio e muoversi il meno possibile. I Comuni hanno un’esperienza importantissima in questo senso, pensiamo ai Piani caldo e ai Piani freddo e alla consegna dei pasti a domicilio anche grazie ai volontari. Li attiveremo subito in modo che gli over 65 non abbiamo la necessità di uscire di casa. Se nei prossimi 15 giorni queste persone si muoveranno poco dal loro domicilio, ciò potrebbe essere risolutivo per la loro salute e per il contenimento del virus".

Ma torniamo al decreto legge del Governo sulle "misure urgenti di contenimento del contagio" per quanto riguarda la Lombardia fino all’8 marzo. L’appello lanciato nei giorni scorsi dal sindaco Giuseppe Sala è stato accolto: sì all’apertura "contingentata" dei musei e degli altri luoghi di cultura, un segnale più che altro simbolico che va nella direzione indicata dal primo cittadino: "Milano non si ferma". Apertura contingentata significa che i visitatori dovranno rispettare la distanza tra loro di almeno un metro, un criterio, definito droplet, che il Governo ha applicato anche per altri luoghi, ad esempio per le attività di ristorazione e per bar e pub, "a condizione che il servizio sia espletato per i soli posti a sedere".

Addio agli aperitivi con buffet a disposizione dei clienti. La Regione avrebbe voluto la possibilità di riapertura, almeno parziale, delle chiese anche durante le messe e le altre cerimonie religiose, ma il Governo ha scelto una linea più rigida: no alle cerimonie, sì all’ingresso dei fedeli in chiesa ma sempre con il rispetto della distanza di un metro uno dall’altro. Chiusura ribadita, intanto, per palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere. Niente sport nei luoghi al chiuso. Stop confermato anche alle manifestazione di ogni genere e alle competizioni sportive, mentre per la montagna il decreto dice sì alle attività sciistiche a condizione che "il gestore provveda alla limitazione dell’accesso agli impianti di trasporto chiusi, assicurando la presenza di un massimo di persone pari a un terzo della capienza (funicolari, funivie, cabinovie)".

A Milano via libera all’apertura dei centri commerciali fino a domenica, come avvenuto la scorsa settimana. Nelle province di Piacenza, Bergamo, Lodi, Cremona, invece, il decreto prevede la chiusura il sabato e la domenica delle medie e grandi strutture di vendita e degli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, ad esclusione delle farmacie, delle parafarmacie e dei punti vendita di generi alimentari. Ultima nota: oggi alle 16.30 Sala e l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera riferiranno in Consiglio comunale sull’emergenza Covid-19. La seduta si svolgerà a porte chiuse.

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