ANDREA GIANNI
Cronaca

"Il carcere unica soluzione per Corona"

Il giudice: resti in cella. Sconterà anche i cinque mesi dell’affidamento terapeutico

Fabrizio Corona

Fabrizio Corona

Milano, 20 aprile 2019 - «Non me l’aspettavo: sono preoccupato per mio figlio e per il mio lavoro». Fabrizio Corona non solo dovrà restare nel carcere di San Vittore, ma dovrà scontare nuovamente anche gli ultimi cinque mesi passati in affidamento, in sostanza annullati dai giudici.

Lo ha stabilito il Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha deciso di revocare l’affidamento terapeutico per curarsi dalla dipendenza dalla cocaina concesso all’ex «re dei paparazzi» nel febbraio dello scorso anno e poi sospeso a fine marzo scorso. Scontare in carcere la pena (la fine è prevista nel 2022) – motivano i giudici – al momento, è la «soluzione non solo necessitata, ma anche adeguata» al «livello di consapevolezza» di Fabrizio Corona: un altro programma di cure all’esterno sarebbe «inadeguato», date le sue continue violazioni delle regole negli ultimi mesi. Colpa anche delle intemperanze in diretta, nel recente tentativo di Corona di costruirsi una carriera televisiva.  Nelle nove pagine del provvedimento i giudici citano il cosiddetto ‘caso Fogli’, l’attacco di Corona all’ex componente dei Pooh durante la trasmissione ‘L’isola dei famosi’. Ricordano anche l’intervista di Corona a ‘Non è l’arena’ di Massimo Giletti in cui, in sostanza, l’ex agente fotografico ammetteva di violare consapevolmente le prescrizioni. Comportamenti sopra le righe che hanno spinto i giudici ad accogliere la richiesta di revocare l’affidamento avanzata dall’avvocato generale Nunzia Gatto, anche se l’ufficio esecuzione penale esterna aveva dato l’ok alla proposta della difesa di Corona di rimodulare, con un inasprimento rispetto al passato, un programma terapeutico fuori dal carcere. Il collegio, però, ha evidenziato un «peggioramento» costante del comportamento dell’ex agente fotografico proprio dal 26 novembre, ossia dal giorno in cui la Sorveglianza aveva reso definitivo l’affidamento.  E per questo ha annullato gli ultimi 4 mesi e 20 giorni circa prima del ritorno dietro le sbarre di Corona (per la terza volta negli ultimi anni), un periodo che dovrà scontare di nuovo.

Tra l’altro, la procura generale ha fatto ricorso anche per chiedere la revoca dell’altro periodo, da febbraio 2018 a novembre, passato da Corona in affidamento. «Lui non è un attore, non è un uomo di cultura, a lui la tv serve solo a fare risse», aveva sostenuto l’avvocato generale Gatto nell’udienza dei giorni scorsi, parlando anche del «suo delirio di onnipotenza». Il magistrato ha depositato anche un’altra intervista nella quale Corona rispondeva con un «me ne frego» a una domanda sullo sfratto dalla sua casa confiscata. «Sono certo e fiducioso che non starà in carcere altri tre anni e mezzo», sottolinea il suo difensore, l’avvocato Ivano Chiesa, che ieri gli ha fatto visita a San Vittore e lo ha trovato «abbattuto e amareggiato» per la brutta notizia.

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