Cormano, estorsione ai commercianti: torna l'incubo 'ndrangheta / VIDEO

Tre persone arrestate. Due portano il nome Flachi e sono parenti del boss della Comasina che imperversava negli anni '80

Estorisone, la consegna del pizzo nel locale di Cormano

Estorisone, la consegna del pizzo nel locale di Cormano

Cormano (Milano), 10 dicebre 2020 - Flachi. Un cognome che incute ancora terrore e che, se pur lontanissimo dalle faide sanguinarie degli anni ’80, è in grado di indurre commercianti e imprenditori alla sottomissione e con la pratica di estorsioni, rapine e pizzo.

I nomi del clan ‘ndranghetista Flachi torna alla ribalta in una inchiesta lampo condotta dai carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni e della caserma di Cormano che mercoledì 9 dicembre hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di tre personaggi riconducibili al vecchio clan della Comasina di don Pepé Flachi. Tutti accusati di estorsione, tentata estorsione e rapina, aggravati dal metodo mafioso, per aver chiesto il pizzo ad almeno un esercente di Cormano.

Due degli arrestati portano il nome di Flachi, parenti di quel boss tuttora in carcere, che negli anni ’80 si era alleato con gli ‘ndranghetisti di Franco Coco Trovato dichiarando una guerra sanguinaria alla famiglia campana dei Batti. Una faida per la droga che in una decina aveva causato 14 morti, soprattutto nei quartieri milanesi di Bruzzano e della Comasina, ma anche a Bresso e Cormano. La nuova indagine nasce a maggio dal fiuto dei carabinieri di Cormano che da un lato ricevono chiari segnali di un emergente fenomeno estorsivo, dall’altro cominciano ad osservare la presenza costante e invasiva degli elementi del clan, di origine calabrese e con precedenti penali, davanti ad un bar gelateria del centro di Cormano. Ciò che emerge è che tra il mese di maggio e il mese di settembre, i componenti del gruppo erano riusciti ad assoggettare in modo pressoché completo il proprietario dell’attività, costringendolo a fornire prestazioni e prodotti gratuitamente. Promettendo una sorta di protezione, gli strozzini erano riusciti a farsi consegnare 3.500 euro in contanti, ma avevano già pianificato richieste per un valore complessivo di 25mila euro. I carabinieri, al comando del maggiore Saverio Sica,  sono riusciti a monitorare anche la consegna di alcuni monili in oro, avvenuta all’interno dell’attività per coprire la mancanza di denaro.

I tre destinatari delle ordinanze emesse dal gip del capoluogo su richiesta della Procura di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, tutti residenti in Milano e Rho. Si tratta di Enrico Flachi, 56 anni e Giovanni Flachi, 46 anni, parenti del boss Giuseppe Flachi. Giovanni è stato arrestato nella sua abitazione milanese, nel quartiere di Bruzzano, storica roccaforte del clan; Enrico è invece riuscito a fuggire, costringendo i carabinieri a eseguire decine di perquisizioni, fino all’arrivo in una casa apparentemente abbandonata. Nel primo pomeriggio di mercoledì la porta è stata scardinata con l’ausilio dei vigili del fuoco. In casa, rintanato in camera da letto c’era i ricercato. Sono stati associati presso la casa circondariale diOpera. Per i carabinieri si tratta di un obiettivo di particolare rilievo, in quanto è stata la vicinanza dei militari al territorio e ai suoi operatori economici, a far emergere la presenza dei fenomeni estorsivi quando erano ancora sul nascere. Ora, l’Arma sta verificando se la banda avesse esteso le sue richieste anche ad altri imprenditori ed esercenti della zona.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro