NICOLA PALMA
Cronaca

Comasina, il ras della coca che sognava Scarface

Preso Simone Pittella. Arrestata pure la fidanzata: è la figlia del boss Carvelli

Simone Pittella alias "Pitbull"

Milano, 28 febbraio 2018 - Dentro e fuori  dal carcere. Con il mito dei boss mafiosi celebrati dal grande schermo. E il sogno di una vita da film coltivato a forza di poltrone a forma di trono, poster di Al Pacino in bella mostra sul muro del soggiorno e nickname sui social in onore del super narcotrafficante colombiano Pablo Escobar. Simone Pittella alias «Pitbull» aveva allestito un intero appartamento in stile «Scarface», in omaggio alla pellicola di Brian De Palma che narra la storia di un giovane cubano che sbarca in Florida in cerca di fortuna e scala con caparbietà e ferocia la piramide criminale fino a conquistarne la vetta. Il Tony Montana di Bruzzano ha 28 anni e un curriculum da delinquente incallito: associazione a delinquere, spaccio, porto d’armi e complicità nella gambizzazione di un commerciante in via Fontanelli ad opera del cugino Paolo. L’altro giorno è finito di nuovo in cella, arrestato dagli agenti del commissariato Comasina. Sì, perché nella periferia nord di Milano la guerra tra guardie e ladri si combatte quotidinamente. E spesso vincono i segugi dell’Investigativa guidati dal vicequestore aggiunto Anna Laruccia, ragazzi tenaci che della loro zona di competenza conoscono pure gli angoli e che se ne inventano ogni volta una nuova per passare inosservati o quasi tra delinquenti che puntano anche sulla paura e sull’omertà della gente onesta.

L’ultimo blitz nasce dalla segnalazione di una fonte confidenziale. Argomento: droga, e cosa sennò. I poliziotti danno il via a un’indagine vecchio stile: niente intercettazioni telefoniche, solo logoranti pedinamenti e infiniti appostamenti per cogliere un movimento sospetto o uno scambio di bustine. Gli investigatori si muovono in punta di piedi, cambiano spesso macchina per evitare che le vedette si segnino le targhe e osservano con attenzione quello che succede attorno al super condominio di via Dora Baltea, a due passi dal Quadrilatero dei Fiumi regno una volta di Pepè Flachi e ora degli eredi-parenti Scirocco e dei fedeli soldati Pittella. In cinque diversi servizi riescono ad assegnare ruoli e responsabilità nell’attività di spaccio di cocaina. Ci sono i galoppini Antonio Caputo, Davide Barretta e Daniel Pittella: i primi due risultano affidati in prova ai servizi sociali (senza risultati apprezzabili, par di capire), il terzo è stato preso non più tardi di due settimane fa perché trovato in possesso di coca e soldi salvo essere rimesso in libertà dal giudice con obbligo di firma dalle 17.30 alle 18.30. E poi ci sono i gestori del traffico: gli affittuari del trilocale, Simone Pittella (cugino di Daniel) e la fidanzata ventenne Maria Emilia Carvelli, figlia del boss di Quarto Oggiaro Mario condannato nel 2009 a 30 anni di galera. Il 23 febbraio avviene l’irruzione: gli agenti approfittano del portone lasciato aperto da un’altra inquilina e riescono a entrare nello stabile. Dritti al primo piano, scala destra. I cinque, tutti presenti nell’abitazione, non oppongono resistenza. Scatta la perquisizione: sequestrati 168,4 grammi di cocaina, 3.150 euro, creatina per tagliare lo stupefacente, materiale per il confezionamento, mascherine per trattare la droga, 8 cellulari, un bilancino di precisione e decine di bigliettini con altrettanti numeri di telefono nascosti nelle fessure del calorifero. Sembra di essere piombati nel bel mezzo di un set cinematografico, tra arredamenti di lusso e rimandi alle pellicole hollywoodiane. Ma le manette sono vere.RIPRODUZIONE RISERVATA©