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Centri sportivi, è caos. Chi le deve gestire?

A Cernusco per lo sport non sono tutte rose e fiori. Mentre il cantiere del nuovo tempio del rugby avanza,...

La politica è ora alle prese con il dilemma sulla gestione degli impianti, dopo il flop del bando sul centro di via Buonarroti, che è andato deserto

La politica è ora alle prese con il dilemma sulla gestione degli impianti, dopo il flop del bando sul centro di via Buonarroti, che è andato deserto

A Cernusco per lo sport non sono tutte rose e fiori. Mentre il cantiere del nuovo tempio del rugby avanza, la politica è alle prese con il dilemma sulla gestione degli impianti, dopo il flop del bando sul centro di via Buonarroti, andato deserto. "Ermanno Zacchetti voleva una conduzione separata per ogni struttura - dice Claudio Gargantini, consigliere del Gruppo misto ed erede della visione del sindaco scomparso a luglio -. Affidarsi alle società significa avere una cura e un’attenzione che con altre soluzioni è difficile ottenere. Senza contare il loro ruolo di presidio contro i vandali che non di rado prendono di mira le attrezzature sportive". Ragioni che però non trovano cittadinanza nel resto della maggioranza orientata su un bando unico.

Una conferma arrivata proprio dopo il fallimento della selezione, a ottobre. Il temuto "spezzatino", cioè la divisione di tennis, calcio, rugby e rispettivi appalti per il controllo, non ci sarà. "Rimarremo nel solco della delibera che voleva tutto unito - ribadì la Giunta -. Serve un ragionamento dal punto di vista tecnico". A tradire l’Amministrazione, secondo l’opposizione, è stata soprattutto la durata del contratto, due soli anni con la possibilità di allungare di uno e l’assenza di adeguamento Istat a fronte di una commessa da 700mila euro e una resa prevista per il primo anno di settemila e per il secondo di duemila: "Sfidiamo qualsiasi imprenditore a farsi avanti", avevano sentenziato Vivere Cernusco e Forza Italia. E i fatti hanno confermato.

Bar.Cal.