Majorino sfida Salvini: "Censimento dei rom? Milano non lo farà"

La Lega: "Si disinteressa dei bambini"

Pierfrancesco Majorino

Pierfrancesco Majorino

Milano, 18 luglio 2019 - Pierfrancesco Majorino sceglie la via della disobbedienza civile per chiudere la sua esperienza da assessore comunale alle Politiche sociali. In attesa di entrare formalmente in carica come parlamentare europeo, Majorino si affida a due post su Facebook per annunciare il suo ostruzionismo, e quello di tutto l’esecutivo milanese, al censimento dei nomadi voluto da Matteo Salvini: «Se arriveranno richieste dal ministero dell’Interno riguardanti la necessità di organizzare censimenti su base etnica volti a organizzare sgomberi generalizzati, io non darò minimamente il mio contributo e son certo che l’amministrazione comunale in futuro, allo stesso modo, non si presterà». «Abbiamo invece bisogno di azioni a sostegno dei bambini delle popolazioni Rom e Sinti – prosegue l’assessore –. Su questo serve un grande piano nazionale. A Milano in questi anni abbiamo fatto centinaia di interventi per garantire e se vogliamo, pure dirlo, imporre il successo scolastico. Su questo terreno però il Governo Conte e il ministro Salvini sono totalmente assenti. Anzi gli sgomberi annunciati, immaginati senza prefigurare alcuna alternativa, diventeranno solo questo: nuovo degrado, nuova illegalità, nuovi bimbi per strada». Un post che fa il paio con quello pubblicato martedì sera: «Detto che mi restano due giorni da assessore non passerò le prossime 48 ore a fornire al ministro dell’inferno informazioni utili per vedere gente sbattuta per strada e bambini trattati come carne da macello elettorale». E Gabriele Rabaiotti, che erediterà la delega alle Politiche sociali, conferma quanto espresso da Majorino.

A contestarlo è Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in Consiglio comunale e deputato: «In 7 anni da assessore, Pierfrancesco Majorino non ha risolto neanche uno dei problemi dei campi rom regolari e abusivi di Milano. La faccia buonista di Majorino è in realtà quella di un demone che si è disinteressato alle decine di bimbi che vivono nell’insicurezza sanitaria, sociale ed economica. Una vergogna per la Milano del 2019, attenta ad organizzare manifestazioni colorate di radical chic ma disinteressata a salvare quei bambini da malattie, ratti e degrado. Fossero altre famiglie – conclude Morelli –, la sinistra avrebbe già fatto intervenire i servizi sociali e le associazioni».

Lo scontro si accende anche in Regione Lombardia. Ad accendere la miccia è Riccardo De Corato: «Il censimento dei campi e della popolazione nomade di Regione Lombardia è alle fasi finali. Questo studio è stato realizzato con l’aiuto di Polis Lombardia che ha elaborato i dati forniti dalle Prefetture e dalle risposte dei questionari mandati ai Comuni lombardi. Nei prossimi giorni calendarizzerò la sua presentazione alla Commissione e al Consiglio regionale. Il censimento ha visto, nella sua realizzazione, anche la risposta del Comune di Milano – fa sapere l’assessore regionale alla Sicurezza – nonostante le esternazioni dell’ormai ex assessore comunale Majorino. Il neoeletto parlamentare Europeo avrebbe dovuto, in questi 8 anni, occuparsi del fenomeno nomadi e della loro difficile integrazione». A replicare è Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd: «I censimenti servono a fare i titoli dei giornali ma non a risolvere i problemi. Ho già dato disposizioni ai nostri uffici di fare richiesta dei dati in possesso dell’assessore, che saranno un buon punto di partenza per calcolare le risorse necessarie a superare i campi e ad attuare le necessarie politiche di inclusione. Risorse che torneremo a chiedere alla Giunta regionale, perché li stanzi in favore dei Comuni, a meno che De Corato non intenda limitarsi a un censimento su base etnica da sbandierare all’occorrenza, peraltro con dati in molti casi già noti».

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