
Cascina Monticello
San Donato Milanese (Milano), 26 fennraio 2021 - Settanta famiglie sono pronte a scendere in piazza, da anni intrappolate in un’odissea legale infinita. Sono gli acquirenti del complesso edilizio di cascina Monticello, famiglie che hanno investito i risparmi di una vita in un nuovo appartamento ma - dopo anni di battaglie legali tra le alte sfere per una vicenda di abusi edilizi, finita con un fuoco incrociato di accuse e denunce tra il Comune, il costruttore e la cooperativa edile - non possono ancora entrare in casa. Gli abusi edilizi soni stati "conformati" ma i proprietari non hanno il permesso di entrare in casa. E senza nulla osta del Comune, non possono allacciare le utenze di acqua, luce e gas.
"Le famiglie sono bloccate in mezzo al guado da ben quattro anni: quanto ancora devono aspettare per poter andare ad abitare nelle loro case, oramai completate e addirittura arredate", si chiede Gina Falbo (Insieme per San Donato) che sabato mattina si unirà alla mobilitazione delle famiglie davanti al Municipio. Il Tar ha inoltre ritenuto illegittimi i provvedimenti del Comune che imponevano l’abbattimento dei manufatti abusivi, poiché "l’accertamento del volume effettivamente realizzato e la comparazione con quanto assentito non può che effettuarsi ad intervento ultimato e non in una fase di cantiere ove, specie con riferimento alle altezze dei piani, non si può procedere ad una effettiva e reale valutazione". Qualche famiglia è pronta a chiedere al Comune un risarcimento danni, intanto il malcontento cresce. «Oltre il danno, la beffa - continua Gina Falbo -. Da oltre un mese e mezzo è stata infatti pubblicata la sentenza del Tar che ha stabilito che l’ordinanza del Comune era illegittima. Il sindaco è consapevole che i danni che possono essere richiesti dai ricorrenti lieviteranno ogni giorno di più, e che una politica silente e distratta fa passare inutilmente tempo senza concedere i permessi perché le famiglie possano andare ad abitare nelle loro case?". Le famiglie non vogliono più aspettare, la politica nemmeno.
"Abbiamo anche chiesto un’apposita Commissione Territorio - conclude Falbo - per sapere che intenzioni abbia la maggioranza. Stiamo ancora attendendo una risposta". Tutto era iniziato nel 2017 con un’ordinanza dell’area tecnica comunale che imponeva alla cooperativa Il Fontanile, i direttori dei lavori e l’impresa costruttrice Penta.Ge.Co.. di "sanare" le irregolarità abbattendo e ripristinando gli immobili realizzati entro 90 giorni. Sette le tipologie di irregolarità rilevate: aumento delle volumetrie, modifiche diffuse, modifiche agli impianti, modifiche dei rapporti aero-illuminanti dei sottotetti, difformità delle altezze nette interne, modifica dell’altezza di un edificio e modifica del piano interrato dello stesso edificio.