
Alessandro e Irene Quattrocchi
Una nuova casa in edilizia privata, con un affitto calmierato e un contributo per l’acquisto dei farmaci per il bambino affetto da una patologia del sangue. L’Amministrazione comunale di Cinisello Balsamo pare avere definitivamente sciolto il nodo per la famiglia di Alessandro e Irene Quattrocchi, che con i loro 5 figli nel maggio scorso avevano occupato una casa Aler tra i Palazzoni di Sant’Eusebio. A pochi giorni dall’imminente esecuzione del provvedimento di sgombero, ordinato dal tribunale di Monza, la famiglia ha potuto nuovamente incontrare i servizi sociali del Comune per definire i dettagli di un "patto" che consentirà di garantire una accoglienza dignitosa alla famiglia, ma nel rispetto delle norme sulla Casa, che avrebbero impedito qualsiasi impegno nell’edilizia pubblica, a causa delle denunce pendenti nei confronti della famiglia per due diversi episodi di occupazione abusiva.
Dopo il clamore per l’accorato appello lanciato dalla famiglia nelle scorse settimane, quando avevano mobilitato giornali e Tv per denunciare l’impossibilità di pagare un affitto di mercato per una casa adeguata a un nucleo di 7 persone, l’amministrazione comunale di Cinisello ha reperito un appartamento privato di 4 locali per il quale garantirà completamente il pagamento della cauzione di inizio affitto. Alla famiglia saranno inoltre garantiti quattro canoni per i primi quattro anni di locazione, riducendo di circa un terzo il canone di locazione annua. Infine, i servizi sociali hanno offerto assistenza per il rimborso dei farmaci necessari al figlio più piccolo, di soli 3 anni, e affetto da una patologia del sangue, oltre che l’approvvigionamento dei voucher previsti per la scuola degli altri figli. In una nota il sindaco Giacomo Ghilardi ha fatto sapere che "a guidare l’Istituzione e gli uffici sono stati i principi di legalità e correttezza, senza mai perdere di vista gli aspetti umani, soprattutto in presenza di fragilità, come nel caso di questa famiglia". Il Comune ha anche sottolineato che "queste interlocuzioni erano già in corso ben prima della visibilità sui media e che il tutto continua a essere fattibile solo a condizione che la famiglia produca la documentazione necessaria (viene richiesto soltanto l’Isee) e che accetti di avviare un progetto di medio periodo con il servizio sociale per cercare di superare le difficoltà economiche che non permettono al nucleo di affrontare la normale gestione delle spese di vita quotidiane".