Tolleranza zero sui campi rom: Bonfadini, controlli e sgomberi

Il piano predisposto in Prefettura: patto di legalità nella zona regolare e massima attenzione ai minorenni

Il campo rom di via Bonfadini

Il campo rom di via Bonfadini

Milano, 7 giugno 2018 - Si scrive "via Bonfadini". Si legge "tutti i campi rom della città". Sì, perché gli interventi nei due insediamenti in zona Rogoredo, uno regolare e uno abusivo, saranno il segnale della svolta sulla questione, da replicare poi in altre situazioni simili. La linea è stata tracciata nel corso della riunione settimanale del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta a Palazzo Diotti dal prefetto Luciana Lamorgese: stop all’illegalità e al degrado, con un’attenzione particolare ai minori, è la sintesi del piano predisposto da rappresentanti delle forze dell’ordine ed esponenti istituzionali di Comune e Regione.

Il messaggio: tolleranza zero, non devono più esistere zone franche. Del caso Bonfadini abbiamo già parlato su queste pagine una decina di giorni fa, quando l’indirizzo è stato inserito nell’elenco delle realtà da controllare con maggiore attenzione per evitare che incidano troppo sulla vita dei cittadini che ci abitano nei pressi. ieri è stata stilata una sorta di road map da seguire nelle prossime settimane. Ovviamente, tutto passerà da un intervento in forze nei due campi: quello autorizzato al civico 39 e quello irregolare (ma ormai consolidato) al civico 38. La Prefettura, d’intesa con gli altri enti coinvolti, ha deciso di muoversi su un doppio binario. Per quanto riguarda l’insediamento regolare, si procederà allo smantellamento di abitazioni e baracche abusive, lasciando in piedi tutto ciò che è stato costruito secondo la legge. Inoltre, il piano prevede pure l’installazione di un sistema di telecamere di videosorveglianza per controllare quello che succede all’interno dell’area, segnalata più volte per episodi di microcriminalità. Ai residenti verrà poi proposta la sottoscrizione di un patto: tutti dovranno accettarne le regole. Quella principale: i bambini in età scolare dovranno frequentare assiduamente gli studi. Ai controlli parteciperanno anche i tecnici dell’Ats, come richiesto a Regione Lombardia, per accertarsi che ci siano condizioni di salubrità compatibili con la vivibilità dello spazio assegnato. Discorso diverso, invece, per il campo irregolare al civico 38: l’obiettivo di medio periodo è quello di smantellarlo completamente, prevedendo soluzioni abitative d’emergenza (e qui entrerà in scena il Comune, rappresentato ieri dal vicesindaco Anna Scavuzzo) per i nuclei familiari che vorranno usufruirne. Da studiare, infine, l’ipotesi di estendere la disciplina del Daspo urbano anche a quei territori. Uno schema che probabilmente verrà riproposto in futuro per rimettere ordine pure negli altri campi.

Gli insediamenti regolari a Milano sono 5: oltre a quello di via Bonfadini 39, ci sono quelli di via Chiesa Rossa 351, via Impastato 7, via Martirano 71 e via Negrotto 23. I campi non autorizzati sono 4: oltre a quello di via Bonfadini 38, ci sono quelli di via Monte Bisbino, via Cusago 275 e via Vaiano Valle 41. I blitz delle forze dell’ordine sono frequenti: solo due giorni fa i carabinieri della Compagnia Porta Monforte si sono presentati nell’insediamento di Vaiano Valle, controllando 34 veicoli e 87 persone, di cui una, un apolide di 25 anni, indagato per il furto di una Golf messo a segno a gennaio. A dare un’occhiata alle fotografie scattate dai militari durante la mattinata, colpisce soprattutto lo stato di estremo degrado dell’area, con profili di potenziale pericolosità per chi ci abita: basti guardare l’istantanea che ha immortalato le decine di cavi elettrici intrecciati all’aria aperta con allacciamenti abusivi alla rete pubblica.

 

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