Bus surfing, dopo Lodi anche Sesto San Giovanni: l'ultima follia social dei giovani

Si moltiplicano sul web i video che mostrano i ragazzi aggrappati ai pullman in corsa. Sfide assurde e pericolose a caccia di like e commenti

Milano, 27 gennaio 2023 - Ormai sta diventando un fenomeno dilagante. Folle e pericoloso, che oltrepassa qualsiasi limite del buonsenso. Da Lodi a Milano, gli episodi di "bus surfing" si moltiplicano giorno dopo giorno e sui social capita spesso di imbattersi in video che mostrano i giovanissimi aggrappati ai pullman in corsa mentre gli amici riprendono la scena con gli smartphone. Difficile capire cosa passa nella mente di questi ragazzi - nella maggior parte dei casi addirittura minorenni - pronti a mettere in gioco la propria vita per raccattare like e commenti. Resta il fatto che la moda sta spopolando sul web e la condivisione dei filmati, purtroppo, alimenta un perverso spirito di emulazione.

Casi di bus surfing a Sesto San Giovanni e Lodi
Casi di bus surfing a Sesto San Giovanni e Lodi

Bus surfing, i casi nel Lodigiano

La scorsa settimana un ragazzo è rimasto attaccato a un pullman della linea S001 Star Mobility, tra Lodi e Sant'Angelo, sulla strada provinciale 235, per quasi otto chilometri. L'altro giorno, mercoledì 25 gennaio, sempre a Sant'Angelo Lodigiano, un altro giovane è sbucato dai cespugli per aggrapparsi al retro di un mezzo - sempre della Star Mobility - in partenza. Entrambi gli episodi, manco a dirlo, ripresi dai telefonini e subito condivisi sui social.

L'ultima "impresa" a Sesto San Giovanni

Dalla provincia di Lodi a quella di Milano. L'ultimo caso arriva da Sesto San Giovanni. Nel video pubblicato su internet si vede un giovane in piedi sul paraurti posteriore di un bus Atm della linea 81. A Milano la moda del "bus surfing" risale a qualche anno fa, quando erano state segnalate le imprese di ragazzi attaccati al tram oppure ai camion dell'Amsa. Sembrava un problema risolto, ora invece si è ripresentato.

"Nessun senso del pericolo"

Tre casi di "bus surfing" in una manciata di giorni testimoniano come il fenomeno stia diventando un'emergenza. Perché i protagonisti di queste folli azioni dimostrano di non avere senso del pericolo. Parlando dell'aggressione alla stazione ferroviaria di Seregno, dove mercoledì un 14enne è stato buttato sotto il treno da due coetanei per aver inviato messaggi a un'amica, il procuratore della Repubblica per i Minorenni di Milano, Ciro Cascone, ha spiegato come questi ragazzi ormai "non sono più abituati a pensare, agiscono, credono di vivere in una canzone o in un film e perdono il contatto con la realtà". La speranza è che non serva una tragedia per far capire che la vita non è un reality.

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