Le botte, lo spray spruzzato negli occhi, le minacce e la custodia forzata in auto. Sono gli elementi principali del racconto fatto da Bruna, la donna trans accerchiata da quattro agenti della polizia locale e colpita da un vigile con un manganello lo scorso 24 maggio in zona Bocconi a Milano.
Il racconto
La 42enne di origine brasiliana è stata sentita oggi, lunedì 12 giugno, in procura davanti all'aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Giancarla Serafini, per raccontare i momenti del presunto "pestaggio" ripreso da più video. Bruna (indagata in un procedimento parallelo con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale) è stata assistita, durante l'interrogatorio, dall'avvocato Debora Piazza, nell'inchiesta che vede tre dei quattro agenti presenti al momento della sua identificazione, indagati con l’accusa lesioni aggravate anche dall'abuso della pubblica funzione. Nella sua denuncia, presentata a pochi giorni dall'accaduto, si sostiene che i “ghisa” si sarebbero accaniti su di lei in quanto transessuale.
Le violenze
La 42enne, oltre a essere colpita con una manganellata, un calcio e dello spray al peperoncino spruzzato negli occhi, sarebbe stata chiusa nell'auto della polizia locale "almeno 20 minuti" e minacciata.
Di quanto accaduto quella mattina al Parco Trotter prima, dove viene richiesto l'intervento dei vigili per schiamazzi, a quanto immortalato dalle fotocamere dei cellulari dovrà raccontare anche l'unica agente donna presente e non indagata, la cui versione a verbale sarà raccolta dai pm prima della chiusura dell'indagine.