Boom di artisti di strada, quasi troppi "Profili fake e attese per un posto"

A Milano le esibizioni si riavvicinano al pre-Covid. L’associazione Fnas: problemi con la nuova piattaforma

Boom di artisti di strada, quasi troppi  "Profili fake e attese per un posto"

Boom di artisti di strada, quasi troppi "Profili fake e attese per un posto"

di Annamaria Lazzari

Tornano numerosi i busker in strada. Inclusi pittori, giocolieri, ballerini, mimi, illusionisti. Seppellito il distanziamento e la rarefazione umana che erano prassi negli anni più duri della pandemia, gli artisti hanno rioccupato i marciapiedi per regalare musica ed emozioni, senza obbligare il pubblico a comprare un biglietto. Le performance però non possono essere fatte dove e quando si vuole: a Milano gli artisti di strada sono tenuti a registrarsi su Open Stage, la piattaforma che, da gennaio 2023, gestisce, per conto del Comune, le prenotazioni delle 287 postazioni in città. Ad oggi la utilizzano circa 3.200 artisti di strada, di cui 250 nuove "leve" iscrittesi da gennaio, fra "espressioni artistiche" (in gergo tutti coloro che si esibiscono con una libera offerta, come i musicisti) e mestieri artistici (ossia chi, come i pittori, vende le sue opere ed è tenuto a pagare il canone unico per l’occupazione di suolo pubblico).

Nei primi tre mesi di quest’anno sono state effettuate oltre quattromila prenotazioni sull’applicazione. Le postazioni più "ghiotte" sono quelle del centro, affollato dai turisti: "Corso Vittorio Emanuele e piazza Duomo raggiungono anche 60 prenotazioni al mese", fanno sapere dall’assessorato al Turismo. Attrattivi anche la Darsena e corso Buenos Aires, "ma ci sono postazioni molto belle anche verso zone più residenziali, frequentate soprattutto dai milanesi. Io preferisco esibirmi davanti all’Accademia di Brera, dove c’è un’acustica deliziosa, o in piazza Gramsci dove ho un pubblico fidato, piuttosto che in Duomo dove c’è sempre troppo “caos“", dice Giuseppe Boron, 63 anni, presidente della Fnas (Federazione nazionale delle arti in strada, la più storica associazione di categoria) e sassofonista. L’anno scorso le esibizioni hanno sfiorato quota 20mila (19.580), raddoppiando i numeri risicati del 2021 (9.807) e del 2020 (11.717), funestati dal Covid, e il trend è di riavvicinamento alla situazione pre-pandemica: nel 2019 il contatore aveva superato la soglia di 25mila performance.

Qualche problema a screziare un cielo tornato sereno, però, c’è. In un documento firmato lo scorso mese dalle principali associazioni degli artisti di strada si sottolineano le criticità della piattaforma Open Stage in uso da gennaio (al posto della precedente Stradarte), con "un incremento smisurato del numero di artisti senza alcun controllo dell’ufficio. Siamo passati da 2.500 a 7.000", rimarcano Fnas, Asm, Aleacam, Anita Buskers. "I disagi perdurano e le risposte latitano – denuncia Boron –. Abbiamo potuto constatare anche che alcuni artisti utilizzano account falsi per effettuare le prenotazioni. E ci sono postazioni, soprattutto a ridosso del Duomo o in Buenos Aires, che non si liberano prima di un mese, mentre col precedente sistema per prenotare bastava attendere due o tre giorni".

Il numero uno della Fnas non lesina critiche neppure a quei musicisti "convinti che più alzano il volume dell’amplificatore e più aumenta il pubblico che li segue. Succede soprattutto in centro e il risultato è che il Municipio 1 è sommerso di lamentale dei residenti e di chi lavora in centro, che ne hanno le “orecchie“ piene. La mancanza di educazione è a tutto detrimento della categoria. Gli artisti dovrebbero avere una sorta di codice etico, rispettando il luogo in cui si esibiscono e le persone che vi gravitano", rimarca il presidente della Fnas che ha 63 anni e da 40 si esibisce in strada col suono inconfondibile del suo sax.

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