Bimbo abbandonato e adozioni, intervista al presidente del Tribunale dei Minori di Milano

Mario Zevola è la persona giusta cui chiedere come verrà scelta la famiglia che adotterà il bimbo di poche settimane lasciato dalla mamma nella “culla della vita” alla Mangiagalli di MARIO CONSANI

Mario Zevola

Mario Zevola

Milano, 3 febbraio 2016 - Mario Zevola, presidente del Tribunale dei minori di Milano dal 2008. È la persona giusta cui chiedere come verrà scelta la famiglia che adotterà il bimbo di poche settimane abbandonato dalla mamma nella “culla della vita” alla Mangiagalli e “battezzato” Giovanni dal medico che per primo lo ha tenuto in braccio. 

Che ne sarà ora del piccolo Giovanni?

Aspetto che arrivi una richiesta formale da parte del procuratore della Repubblica presso questo tribunale. Potrà chiedere che si proceda ad ulteriori verifiche sulla condizione del bambino oppure, se sarà in possesso di elementi che attestino il suo effettivo stato di abbandono, come pare di capire dalla lettura dei giornali, potrebbe sollecitare che si proceda alla dichiarazione dello stato di adottabilità del piccolo. Ad ogni modo, anche se fossero necessari approfondimenti, nelle more di questo procedimento il bimbo potrebbe essere comunque affidato temporaneamente ad una famiglia che è in lista d’attesa. Ovviamente in vista della successiva adozione. 

Quanto tempo servirà per la sua adozione?

Ogni vicenda va analizzata singolarmente, è ovvio. Possiamo dire però che, in media, situazioni di questo genere si possono risolvere con l’adozione in circa due mesi. Un tempo ragionevole nel caso in cui dovessero esserci dei ripensamenti da parte dei genitori naturali, utile pure affinché si possa accertare, fra l’altro, che la volontà della madre fosse proprio quella di abbandonarlo, anche se in questo caso non pare esserci bisogno di grandi indagini. Da come la stampa ha descritto le cose, direi che la donna sembrerebbe aver manifestato con chiarezza questa intenzione.

Quali sono i criteri per scegliere la nuova famiglia?

I criteri per la scelta della famiglia cui affidare il bambino sono quelli fissati da tempo come applicabili da parte di questo tribunale. In primo luogo, trattandosi di un neonato, il requisito fondamentale sarà l’età massima della coppia che non potrà superare i 42 anni, proprio perché la differenza non sia eccessiva. Già semplicemente sulla base di questa prima selezione, metà delle coppie attualmente in lista d’attesa dovranno essere escluse dalla scelta. Il criterio successivo potrà essere su base territoriale: visto che il bambino è stato abbandonato a Milano, per ragioni di opportunità si cercherà tra le coppie non residenti in città.

Sono tante le coppie milanesi in attesa di ricevere un figlio?

Complessivamente sono circa 2.100, in questo momento, le domande di adozione presso il tribunale dei minori di Milano, competente sul territorio del distretto della corte d’appello, in pratica circa sei milioni di residenti. Presiedo questo organismo dal 2008, e ormai da qualche anno la tendenza è alla diminuzione del numero di domande di adozione, da parte delle famiglie. Può darsi che su questo trend abbia inciso la crisi economica, ma ritengo abbiano influito anche le tecniche sempre più efficaci in materia di fecondazione assistita. 

Quanto conta essere in attesa da più tempo?

Tornando ai criteri per la scelta della nuova famiglia cui verrà dato in adozione il piccolo, una volta ristretta la rosa alle coppie in base alle caratteristiche che indicavo prima, il criterio applicabile potrà essere, in linea di massima, quello della precedenza nella presentazione della domanda di adozione. Tenendo conto, però, che la legge prevede che la dichiarazione di disponibilità della famiglia ad adottare resti “valida” per un periodo di tre anni. Dunque prima di operare la scelta finale sarà comunque necessario un ulteriore approfondimento. 

E chi prenderà la decisione finale per il bambino?

Stiamo parlando di famiglie tutte in possesso dell’attestato di idoneità all’adozione, naturalmente. Però dovranno essere valutate le relazioni più recenti dei servizi sociali e le caratteristiche della coppia venngono vagliate da una delle commissioni che lavorano con il tribunale per la scelta nelle adozioni, composte da un giudice onorario e dall’assistente sociale che segue il bambino. Anche se per i neonati ovviamente, il discorso è un po’ diverso. 

Come mai le coppie sembrano avere meno voglia di adottare?

I flussi delle domande di adozione sia nazionale che internazionale risultano come dicevo in riduzione anche rispetto ad un anno fa, quando le richieste erano circa 2.400, quasi 300 in più. Il numero di procedure di adozione nazionale esaurite dipende dal limite dei tre anni di validità della domanda, di cui dicevo, e dal numero sempre limitato di bambini collocabili in adozione.

Quanti bimbi sono stati adottati l’anno scorso?

Tra luglio 2014 e giugno 2015, periodo considerato dalle statistiche come ultimo anno giudiziario, sono stati 97 i bambini assegnati in adozione nazionale dal nostro tribunale. Di questi, 37 erano neonati non riconosciuti. Quest’anno sono risultate in calo dell’8 per cento anche le domande per l’adozione internazionale, cosicché le assegnazioni hanno superato le nuove richieste e la lista di attesa si è ridotta di quasi il 20 per cento.

Quelle internazionali sono adozioni più a rischio?

Il rischio è insito in tutte le adozioni, quelle internazionali sono ancor più delicate. Non solo per le storie spesso drammatiche dei bambini, che talvolta finiscono per segnarli per tutta la vita. Ma anche perché in quelle internazionali al tribunale dei minori spetta solo il giudizio di idoneità astratta delle coppie, mentre la procedura sarà poi gestita attraverso le autorità centrali minorili dei Paesi di provenienza.

E' importante di quale etnia sia Giovanni?

Il rischio è insito in tutte le adozioni, quelle internazionali sono ancor più delicate. Non solo per le storie spesso drammatiche dei bambini, che talvolta finiscono per segnarli per tutta la vita. Ma anche perché in quelle internazionali al tribunale dei minori spetta solo il giudizio di idoneità astratta delle coppie, mentre la procedura sarà poi gestita attraverso le autorità centrali minorili dei Paesi di provenienza.

di MARIO CONSANI

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro