SIMONA BALLATORE
Cronaca

Bimbi sempre più arrabbiati: litigare bene ferma il bullismo

Il metodo Novara dopo 10 anni e una pandemia. Un angolo del conflitto a scuola e a casa

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di Simona Ballatore

"Litigare bene come antidoto alla violenza e al bullismo. E per incanalare quella rabbia che dopo due anni e mezzo di restrizioni e di volti nascosti si fa sentire più forte nei bambini e negli adolescenti". Lo ribadisce il pedagogista Daniele Novara che sull’arte di litigare ha fondato un metodo che compie 10 anni, sperimentato per bambini dai tre ai 10 anni ed entrato nelle scuole e nelle case. Ai corsi di formazione organizzati dal Cpp - Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la Gestione dei Conflitti - hanno partecipato oltre quattromila persone tra insegnanti ed educatori; tremila genitori hanno partecipato agli incontri pubblici e ad oggi sono 26 i formatori. Il 31 agosto, dalle 9.30 alle 13.30, in un convegno online “Litigare bene si può” si farà il punto con famiglie, insegnanti, educatori e allenatori; sono quasi 700 le persone iscritte. "Anche se continuiamo a litigare, farlo bene non è considerato un’area di apprendimento – spiega il pedagogista –. Si pensa al litigio come a un disturbo da eliminare ma così non si acquisiscono competenze importantissime, fondamentali nelle relazioni e nella prevenzione delle violenza e della guerra". La ricerca nasce negli anni ’80. "Avevo capito che ’educare alla pace’ non è tenere buoni i bambini ma imparare a gestire le complicazioni relazionali. Così ho iniziato ad occuparmi di un pezzetto mancante nella storia della pedagogia in maniera empirica". Prima cosa da fare: "Spostare il baricentro nei litigi infantili dagli adulti ai bambini – spiega Novara –. Spesso c’è sempre l’intervento dell’adulto volto a bloccare in due direzioni: si cerca il ’colpevole’ o si dà una soluzione. Ma così si rischia di alimentare il rancore. Devono essere i bambini a raccontarsi le loro ragioni, senza il giudizio dell’adulto". Che deve fare "due passi indietro" prima di fare due passi avanti: "Farli parlare tra di loro delle reciproche versioni e verificare la possibilità di trovare un accordo, che non è obbligatorio". Sono stati introdotti anche strumenti facilitanti: dal "conflict corner", spazio dedicato al litigio, al gomitolo.

Si ’sgomitola’ il conflitto passandosi la parola. Si possono usare anche foglietti per scrivere la propria versione dei fatti e disegni. "C’è un deficit socio-relazionale che è cresciuto: da due anni i bambini delle primarie non vedono il volto della maestra, come fanno a non essere arrabbiati? Speriamo che imparare a litigare diventi un automatismo – conclude Novara –. Perché i primi 10 anni ti danno il carburante e le basi per il resto della vita. Pensiamo alle risse dei ragazzi: quante sofferenze si eviterebbero".

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