Biavaschi piantonato in ospedale Il padre: "Lui non è un estremista"

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È ancora ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione del Niguarda il trentaquattrenne Daniel Biavaschi, che venerdì pomeriggio si è ferito gravemente mentre stava maneggiando uno dei residuati bellici che colleziona: la deflagrazione, avvenuta nel garage dei genitori in via Banfi 11, al Gratosoglio, gli ha provocato l’amputazione della mano sinistra e altre lesioni.

Biavaschi è piantonato in ospedale (dov’è stato già sottoposto a un intervento chirurgico), considerato che, a valle degli accertamenti compiuti dai carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova e del Nucleo operativo della Compagnia Magenta, per lui è stato disposto l’arresto con l’accusa di detenzione di armi da guerra. Nel box, i militari hanno trovato anche due metal detector e numerosi residuati bellici, in gran parte risalenti alla prima guerra mondiale, molti dei quali inertizzati e catalogati per origine ed epoca di fabbricazione; tutto il materiale è stato sequestrato e passato al setaccio dagli artificieri dell’Arma. Stando a quanto emerso finora, la collezione di Biavaschi e in generale il suo interesse per le armi d’epoca non hanno nulla a che fare con i suoi trascorsi da militante di estrema destra, con la sua vicinanza alla Rete dei Patrioti e a Forza Nuova e con l’indagine sugli episodi violenti avvenuti durante la campagna elettorale per le Comunali del 2011.

"Mio figlio – ha voluto chiarire ieri al Giorno il padre Stefano – ha abbandonato da diversi anni ogni attivismo, lavorando come agente immobiliare e coltivando il suo hobby di collezionista di cose antiche. Successivamente, a seguito di conversione personale sul cammino di Santiago di Compostela, ha studiato per cinque anni teologia nel seminario teologico San Damaso di Madrid, ove si sta laurendo". Un percorso interrotto l’altro pomeriggio, si spera solo temporaneamente, dall’esplosione di via Banfi 11.

N.P.

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