Baby gang a Milano, dalla MS-13 alla Z4: la mappa della violenza in città

Studio di Transcrime sulla delinquenza giovanile. Tra realtà legate a organizzazioni criminali e bande radicate nelle periferie difficili

Transcrime ha mappato il fenomeno delle gang giovanili sia in Italia che a Milano

Transcrime ha mappato il fenomeno delle gang giovanili sia in Italia che a Milano

Milano - Dagli eredi della Mara Salvatrucha ai componenti della Barrio Banlieue. Da quelli della Z4 alla Ko Gang, fino ai gruppi che fanno riferimento a zone e codici di avviamento postale dei quartieri di nascita. La mappa delle baby bande all’ombra della Madonnina – già in parte tracciata dalle indagini che si sono susseguite negli ultimi anni e dal contestuale lavoro di analisi delle forze dell’ordine sia sui reati commessi che sui contenuti veicolati via web – emerge dallo studio del centro di ricerca Transcrime dell’Università Cattolica, che ha inquadrato il fenomeno in tutta Italia traendo linfa dai dati trasmessi da Comandi provinciali dei carabinieri, Questure e Uffici di servizio sociale per minorenni.

La premessa porta con sé una descrizione preliminare delle caratteristiche comuni a molte delle formazioni di adolescenti: sono principalmente composte da meno di dieci individui, in prevalenza maschi e con un’età compresa tra 15 e 17 anni. Nella maggior parte dei casi, i membri sono italiani, "mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente – si legge nel report dei ricercatori Ernesto Savona, Marco Dugato ed Edoardo Villa – sono meno frequenti". E ancora: "I dati hanno evidenziato situazioni di marginalità o disagio socio-economico per molti dei componenti delle gang giovanili", anche se in alcune occasioni questi fattori non sono stati ritenuti rilevanti per spiegare i comportamenti degli under 18 coinvolti. Passando ai crimini più diffusi, le statistiche rimandano la prevalenza di "reati violenti (come risse, percosse e lesioni), atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici", mentre sono meno frequenti ("e di solito commessi da gruppi più strutturati") spaccio di droga, furti e rapine. Detto che il fenomeno è "molto variegato e complesso", gli studiosi hanno identificato quattro tipi di gang, con caratteristiche ben distinte. La categoria più diffusa è quella dei gruppi "privi di una struttura definita, prevalentemente dediti ad attività violente o devianti": a Milano ne sono stati censiti almeno due, la Z4 e la Ripamonti M5, mentre se allarghiamo il campo al resto della Lombardia troviamo una baby gang anche nella zona di Lecco.

Passiamo alla seconda tipologia, quella che presenta legami con organizzazioni criminali italiane: è molto più diffusa al Sud (dove si segnalano i crotonesi "in contatto con il locale di Cirò" e i vibonesi che scimmiottano i boss della Magliana di "Romanzo Criminale"), ma in città viene citata quella della zona di piazza Prealpi, ritenuta "in contatto con la ’ndrina Di Giovine-Serraino". La terza casistica riguarda le bande "che si ispirano a organizzazioni criminali o a gang estere", che a Milano ha diversi esempi. A cominciare dalle nuove leve della Ms-13, la pandilla di esportazione salvadoregna, che, stando all’esito dei questionari compilati dagli investigatori, conta più di quaranta componenti, prevalentemente minorenni con un’età compresa tra 15 e 17 anni, "sia maschi che femmine e con membri in una situazione non di marginalità o disagio". Attiva in particolare nella zona di Lambrate, "l’area di azione – danno conto gli analisti di Transcrime – si estende anche all’hinterland della città metropolitana". Le peculiarità sono quelle già evidenziati dalle indagini che hanno arrestato i predecessori: presenza di simboli identificativi, organizzazione strutturata e continuità operativa nel tempo. "La nascita di questi gruppi – la riflessione – è stata spesso associata alle difficoltà di integrazione di giovani o giovanissimi recentemente immigrati nel Paese a seguito di ricongiungimenti familiari". Cosa fanno? Sono coinvolti in risse, atti vandalici e aggressioni, e in un caso su tre anche in spaccio di droga, estorsioni, atti di bullismo e rapine in strada.

Non solo la Mara, però. In questo gruppo rientrano pure quelli della Barrio Banlieue, che sin dal nome di battaglia si ispirano alle scorribande nelle periferie francesi: "Questa gang formata prevalentemente da ragazzi stranieri di prima o seconda generazione riprende le tipiche modalità di azione delle gang francesi delle banlieue". E ancora: "Le loro azioni vengono spesso riprese e comunicate con messaggi sui social network. La comunicazione è fatta in lingua francese e richiama le modalità caratteristiche delle gang parigine. Rilevante è anche l’effettiva presenza di comunicazioni con altri gruppi giovanili francesi". All’elenco si aggiungono la Ko Gang, la Z2 (nota anche come 20127) e la banda di San Siro (o 27). Chiudiamo con i gruppi più strutturati, specializzati soprattutto in furti e rapine (sia in strada che all’interno di esercizi commerciali): della lista fanno parte, chiosa lo studio, le bande con i cap identificativi 20061 (hinterland nord-est) e 20147 (Giambellino).

 

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