"In Atm paghe da fame", sindacati agguerriti

Abimelech, segretario Fit-Cisl: un conducente con contratto full time guadagna 1.150 euro al mese, come può vivere a Milano?

Sciopero dei mezzi a Milano (Archivio)

Sciopero dei mezzi a Milano (Archivio)

Giovanni Abimelech non usa giri di parole: "Gli stipendi percepiti in Atm sono, ormai, stipendi da fame". E il livello delle retribuzioni non è l’unico problema denunciato dai rappresentanti dei lavoratori dell’azienda di trasporto controllata dal Comune di Milano: "È sicuramente il principale – prosegue il segretario generale della Fit-Cisl Lombardia – ma ce ne sono almeno altri due: i contratti part-time che restano tali anziché essere gradualmente trasformati in full time e la sicurezza, l’incolumità fisica dei lavoratori che stanno a contatto con i passeggeri". "Il tutto – precisa Abimelech – in un’azienda che ha un’elevata produttività, senza pari in Italia e anche in buona parte d’Europa. E questo fa aumentare la nostra amarezza di fronte alle risposte del tutto insoddisfacenti arrivate da Atm in questi mesi".

Dopo una serie di incontri e confronti senza esito, nel tardo pomeriggio di giovedì la Fit-Cisl, Filt-Cgil, UilTrasporti, Faisa-Cisal, Ugl e Orsa hanno diramato un nota congiunta per annunciare l’attivazione della procedura di raffreddamento delle relazioni con Atm. Detta più semplicemente: la procedura che fa da anticamera dello sciopero. "Ora c’è un iter obbligato – spiega il segretario della Fit-Cisl –: dovremo essere ricevuti dall’azienda e, in caso di mancato accordo, anche dal Prefetto. Sulla carta, per legge, ci sono 75 giorni per trovare un accordo, ma di solito, quando c’è la volontà di trovarlo, ne bastano anche meno, basta un mese".

I dettagli, allora. Secondo quanto riferiscono i sindacati, il problema delle retribuzioni è generalizzato ma è particolarmente urgente per i conducenti dei mezzi di superficie: "Un autista con contratto full time guadagna 1.150 euro netti al mese – fa sapere Abimelech –. Come si fa a campare con uno stipendio di questo tipo, considerato quanto costa la vita a Milano, specie in questa fase? Senza contare che chi guida un mezzo pubblico ha responsabilità anche penali. Solo a dicembre 33 conducenti hanno lasciato il posto di lavoro in Atm perché hanno trovato retribuzioni più alte altrove. Non è un caso che l’azienda fatichi a trovare conducenti da assumere". Che il trasporto pubblico locale sia in crisi di risorse, non sfugge: "Ma non è più possibile andare avanti con questa situazione, chi di dovere trovi tutte le risorse necessarie, come fatto in altri casi: non possono essere sempre i lavoratori a sacrificarsi".

Quindi la questione dei part-time: "Sono contratti da 4 giorni settimanali, spesso distribuiti in modo tale che è difficile trovare un altro lavoro col quale arrotondare, fermo restando che, ad un certo punto, dovrebbero essere trasformati in full time ma questo non avviene nonostante il bisogno di personale che c’è in Atm". Quanto alle aggressioni subite da agenti di stazione nei mezzanini della metropolitana o da controllori e conducenti di bus e tram, il problema è arcinoto: "Ma provvedimenti incisivi non ce ne sono ancora stati".

 

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