Assalto al tir, bottino da tre milioni: "Sono il faccia d’angelo di Milano"

Rapina a un corriere Dhl con un carico Gucci e Bottega Veneta destinato alla Cina: 9 arresti della Mobile. Il basista, il detenuto in permesso di lavoro e il nuovo progetto di raid: "Ho sempre l’acquolina in bocca"

fotogramma del colpo

fotogramma del colpo

"Non sono ancora pronto a lasciare tutto", diceva alla fidanzata. "Non vedo l’ora di tornare a fare rapine", ripeteva alla madre. Il detenuto Giovanni Nicola Lapalombella non aveva alcuna intenzione di cambiare vita; e il lavoro esterno che gli permetteva di restare fuori dal carcere dalle 7 alle 20 non era altro che un paravento per organizzare colpi come quello da 8 milioni di euro andato in scena il 24 febbraio 2016 sulla A4. Cinque anni e mezzo dopo, il trentatreenne milanese e lo storico sodale Salvatore Angelo Volturo, sessantenne siciliano di Piazza Armerina, avrebbero messo a segno l’esatta replica del raid in autostrada: un assalto "a tenaglia", con motrici davanti e dietro, per bloccare la corsa di un tir Dhl, minacciare con due pistole e sequestrare il conducente con fascette da elettricista e portare via quattro pallet aerei con 471 articoli di abbigliamento e accessori moda Gucci e Bottega Veneta destinati a Shanghai. Valore del bottino: 3.047.224 euro.

A valle di una lunga e complessa indagine, coordinata dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Andrea Fraioli, ieri all’alba gli agenti dell’Antirapine della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Francesco Federico, e i colleghi del Nucleo investigativo centrale della penitenziaria di Milano hanno arrestato nove dei dieci presunti autori del blitz milionario, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip Cristian Mariani: oltre a Lapalombella e Volturo alias il "Presidente" (la mente dell’azione), sono finiti in cella il quarantaseienne Nunzio "Nano" Saglimbene, il trentatreenne ecuadoregno Ronny Steven Tacuri Bonilla, il basista trentenne ucraino Petro Dolins’kyi e i quattro complici Walter Gallina (52 anni), Claudio Carieri (54 anni), Massimiliano Milano (46 anni) ed Enzo Di Mauro (54 anni). L’inchiesta degli specialisti di via Fatebenefratelli scatta alle 12.45 del 18 novembre 2021, quando l’autista di una società di trasporti riesce a dare l’allarme al 112 da via Lombroso: dice di essere stato fermato da diversi mezzi pesanti dopo la partenza da un magazzino di Pozzuolo Martesana e di essere stato legato e picchiato da persone armate poi scappate col prezioso carico. Gli accertamenti investigativi partono dall’analisi delle immagini delle telecamere, che hanno immortalato la carovana in movimento sulla provinciale 103 e in particolare il Ford Transit che faceva da apripista, in uso a Saglimbene.

Nel frattempo, arrivano le informazioni della penitenziaria, che da mesi stanno mappando i movimenti di Lapalombella, sospettato di aver messo in piedi un giro di spaccio: dai dialoghi captati è emerso il piano di una "rapina da compiersi nell’immediato futuro". Dall’utenza-citofono del trentatreenne, gli investigatori della Mobile risalgono agli altri membri della banda, che intercettati esondano a più riprese con compromettenti commenti autocelebrativi ("Io sono il faccia d’angelo di Milano", si vanta il "Nano" con un amico). Passo dopo passo, i poliziotti arrivano al capannone di Pandino usato come deposito provvisorio della refurtiva e a un magazzino di via Sismondi dove un blitz antidroga porterà casualmente al ritrovamento di parte della merce sparita. Stando a quanto risulta, la banda stava preparando un altro assalto: "Io ho sempre l’acquolina in bocca", la frase-manifesto di Lapalombella.

 

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