Milano e il nido di via Guerzoni. Una mamma: nessuno cancellerà i traumi di mio figlio

A quattro anni dalla bufera sull'asilo comunale finita con la condanna delle educatrici

Asilo nido (foto generica)

Asilo nido (foto generica)

Milano, 30 gennaio 2023 -  "Mio figlio era al primo anno di asilo nido, aveva un anno e mezzo. Ero preoccupata perché come gli altri genitori della classe notavo problemi nella routine quotidiana: piangeva quando arrivava il momento di cambiare il pannolino o di mangiare. Era molto stressato e non capivo perché". Tutto fu chiaro quando le due maestre del nido comunale di via Guerzoni, zona Dergano, vennero denunciate per maltrattamenti e allontanate dalla scuola, al termine di un’indagine-lampo della polizia locale. Era il 2019. Dopo le segnalazioni dei genitori vennero a galla gli abusi: botte, strattoni, insulti ai piccoli. La settimana scorsa il Tribunale ha condannato le educatrici a un anno e 8 mesi (pena sospesa) e a risarcire le famiglie, una ventina, con un anticipo di 3mila o 1.500 euro a testa. Ora parla Tiziana, nome di fantasia, una delle mamme. La notizia di un altro asilo-lager scoperto a Vanzago riapre una ferita. Suo figlio si è ripreso? "Fortunatamente direi di sì, anche se nessuno potrà mai cancellare i traumi subiti. Mi immedesimo ora nei genitori di questo asilo di Vanzago e sono loro vicina. La cosa tremenda è che in un caso del genere, come nel nostro, il bambino sa più dell’adulto. Perché è lui a vivere in prima persona quello che la mamma e il papà non possono sapere e ci si sente molto soli e insicuri nel nostro ruolo". Con il suo bambino avete mai toccato l’argomento? "Ora il mio bambino ha 5 anni. All’epoca gli abbiamo spiegato con parole semplici che gli adulti erano intervenuti. Poi non ne abbiamo mai parlato direttamente, era piccolissimo. Però lui, come i compagni di allora, deve ricevere attenzioni particolari a ogni passaggio di grado di scuola (per esempio dal nido alla scuola dell’Infanzia, e poi dalla scuola dell’Infanzia alla primaria). Quando i bambini saranno più grandi, come ci hanno suggerito gli psicologi, diremo loro che sono stati bravissimi e coraggiosi perché hanno evitato che “quelle cose brutte“ potessero succedere ad altri bambini dopo di loro. Hanno riconosciuto e fermato la violenza. E ci tengo a dire che la gravità dei maltrattamenti, come ha evidenziato lo stesso giudice, riguarda soprattutto la sfera psicologica: è gravissimo che un bambino venga insultato sopratutto da un adulto a cui è stato affidato e che dovrebbe prendersi cura di lui come in famiglia. L’autostima si abbassa automaticamente e si fa strada l’idea di essere “sbagliato”. Ma c’è un’altra cosa molto grave". Quale? "In quell’asilo c’erano altri adulti, altri educatori che sicuramente sapevano e assistevano. Perché nessuno ha parlato? La segnalazione è partita dai genitori dei bimbi più vessati. Mi sono chiesta: dov’è la tanto citata comunità educante? Ora mi conforta sapere che per Vanzago la segnalazione sia partita da alcune giovani stagiste che hanno lavorato nella struttura e hanno assistito agli abusi: non si sono voltate dall’altra parte e questo mi rincuora. C’è speranza per il futuro". Un messaggio per i genitori che hanno bimbi in età da nido? "Non sottovalutare mai i segnali che i bimbi lanciano. Mio figlio, per esempio, ogni volta che finiva di bere il latte con il biberon al mattino piangeva tantissimo. Solo dopo ho capito che per lui quello era il segnale che “la giornata stava iniziando“ e che l’avrei portato al nido. E poi cercate di creare relazioni significative tra adulti, alleanze tra genitori ma anche tra scuola e famiglia".

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