Asilo Vanzago, bimbi maltrattati. Educatrici negano violenze: testimonianze non credibili

Comparse davanti al giudice, le sei imputate si sono difese: le testimonianze delle stagiste sarebbero un tentativo di ritorsione per le brutte valutazioni ricevute sul tirocinio

Milano, 7 febbraio 2023 - Negano le violenze e si sono difese da tutte le accuse la direttrice e le cinque maestre dei due asili nido privati di Vanzago, in provincia di Milano, accusate di aver maltrattato verbalmente e fisicamente i bambini ospiti. A dieci giorni dalla notifica della misura cautelare, eseguita il 28 gennaio dai carabinieri della Compagnia di Legnano, stamattina sono comparse davanti al giudice Ileana Ramundo che ha disposto nei loro confronti l'obbligo di firma alla polizia giudiziaria e la sospensione di un anno dell'esercizio della professione di insegnanti in qualunque struttura pubblica o privata.

Le imputate negano le violenze

Il loro avvocato difensore Michele D'Agostino, ha poi chiesto per tutte loro la revoca della misura cautelare. Sulle istanze il Gip è entrata in riserva. Le sei indagate, tutte italiane di età compresa tra i 26 e 43 anni, hanno negato con forza tutti gli episodi raccontati dalle sei studentesse dell'istituto tecnico Puecher-Olivetti di Rho in stage nei due centri nel periodo tra marzo e inizio maggio 2022.

La difesa: tentativo di ritorsione

Sono stati i loro racconti a far partire le indagini da parte dei carabinieri. Per la direttrice e le educatrici le testimonianze delle studentesse non sarebbero credibili. Alcune potrebbero essere anche frutto di un tentativo di ritorsione per aver ricevuto delle brutte valutazioni sul loro tirocinio. Nel fascicolo dell'inchiesta coordinata dal pm Maria Cardellicchio ci sono anche intercettazioni ambientali, testimonianze e altri elementi raccolti dagli inquirenti.

Gli episodi contestati

Tra i diversi episodi contestati anche quello di maestre che sbattevano i bambini per terra per costringerli a stare seduti o li svegliavano mettendoli in piedi sollevandoli bruscamente dai fianchi. O bambini, che avevano appena imparato a camminare, le maestre lanciavano palline o altri oggetti, facendoli cadere per scherno. Ma anche espressioni volgari nei confronti dei piccoli. La difesa delle maestre e della direttrice potrebbe impugnare al Tribunale del riesame l'ordinanza cautelare per chiederne l'annullamento.

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