
Arbitri
Milano - Trenta euro (lordi) col serio rischio, nella migliore delle ipotesi, di prendersi una buona dose di insulti. Se non peggio: schiaffi, pugni e calci. Ma quando ti mandano in un’altra provincia, magari a 100 chilometri di distanza da casa ci si può “consolare“: il rimborso arriva a 52 euro (anche qui lordi). È il prezzo della passione, un tariffario che andrebbe però letto al contrario: perché se arbitrare una partita di calcio è una sorta di “missione“, è anche vero che le gratificazioni a volta sono minime. A differenza delle possibilità di tornare a casa con un braccio fasciato o un occhio nero. Lo dicono i numeri, lo spiegano i referti, lo testimoniano i bollettini medici: il calcio dilettantistico lombardo, quello che va dalla Promozione in giù, è purtroppo ancora territorio minato dove si consumano violenze gratuite e tutto ciò che con lo sport ha poco a che fare. Sugli spalti ma soprattutto sul terreno di gioco. Neppure la pioggia di squalifiche e il pugno di ferro della giustizia sportiva serve come deterrente, e le conseguenza sono sotto gli occhi di tutti: ogni settimana c’è qualche direttore di gara che finisce in ospedale, altri che tornano a casa scortati dalla polizia.
Picchiati, offesi, derisi. Soprattutto i più giovani, spesso poco più che adolescenti. Motivo per cui in tanti, dopo la sospensione dei tornei per la pandemia, non sono più tornati a fischiare. Per il grande capo degli arbitri italiani Alfredo Trentalange è una "crisi di vocazione", per altri una più semplicemente una "fuga". Motivata dall’inciviltà degli addetti ai lavori e, perché no, dai rimborsi minimi, che nulla hanno a che vedere con i ricchi compensi di chi ha la fortuna di arrivare ad arbitrare nelle serie professionistiche dopo una lunga e tortuosa gavetta che dura fra i 10 e i 15 anni, tra mille rinunce e sacrifici.
I numeri, quelli degli arbitri, sono comunque importanti nella nostra regione: 25 sezioni distribuite su tutto il territorio (con distanze fra gli “estremi” superiori ai 300 chilometri), 4.038 associati in totale (al 30 luglio 2021), 321 arbitri CRA (Eccellenza, Promozione, Prima e Calcio a 5), 240 assistenti, 102 osservatori. Oltre 16.000 designazioni annue relative alle sole gare di L.N.D. regionali, a queste si aggiungono quelle del Settore Giovanile (oltre 4.000), il Femminile ed il Calcio a 5 (800 gare). Le “paghette“ sono davvero poca cosa e le tasche dei nostri direttori di gara sono spesso al verde visti i “gravi” ritardi con cui in alcune situazioni vengono “liquidate“ le prestazioni sul campo. Rimborsi paralizzati, talvolta dimenticati nei cassetti per mesi.
Vero, il settore arbitrale costa 55 milioni di euro all’anno, ma quelli penalizzati e che battono cassa sono le migliaia di “fischietti“ impegnati nei campionati dilettantistici o giovanili: anche loro prendono un rimborso di pochi centesimi a chilometro (0,21!), mai adeguato negli ultimi anni. Sono soprattutto arbitri-ragazzini, quelli che per 30-38 euro viaggiano da soli e rischiano le botte ogni week-end a poche decine di chilometri da casa. Perché a loro si continua a ripetere che "arbitrare è una missione, e non lo si fa per soldi". Quindi, nessuno pensi ad un facile arricchimento. Tra l’altro, nella somma di 30 euro per trasferte fino ai 25 chilometri (interessano in particolare modo i direttori di 15-16 anni) nei tornei dei Giovanissimi“ o “Allievi“ è compreso tutto, cioè benzina ed eventuale pedaggio. Se in tasca resta qualcosa per un cappuccino è già tanto e a fine mese i conti in tasca non tornano: il massimo di diarie riconosciute è 6, dunque per i più fortunati un totale di 180 euro. Crediti che a volte si accumulano per totali che sfiorano i 500 euro.
Altro discorso riguarda i “fischietti“ più esperti, quelli spediti in Promozione o fino alla D e che di chilometri ne percorrono molti di più, anticipando tutte le spese, dalla benzina al pedaggio fino ai pasti. Per loro (in una gara di Eccellenza a 75 chilometri di distanza un arbitro riceve 70 euro, un assistente 50 e l’osservatore 30), come per gli arbitri che varcano anche i confini regionali, a volte gli arretrati arrivano a qualche migliaio di euro. Ma almeno un piatto di pasta al pomodoro e una bottiglietta d’acqua sono assicurati.