ANDREA GIANNI
Cronaca

Profili clonati e ore truccate. La app pirata del delivery

La denuncia del sindacato dei rider, 50 euro al mese per lavorare di più Si accede tramite i gruppi Telegram: "Così fai subito tante consegne"

L’app si rivolge ai rider Glovo, recentemente è spuntato anche il sito Glovobot

L’app si rivolge ai rider Glovo, recentemente è spuntato anche il sito Glovobot

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Milano - «Se non hai ore apri il Glovobot e digli che avevi le ore (pure se non è vero) e il bot ti libera le ore. Così fai subito tante consegne". Messaggi che girano sulle chat dei rider su Telegram, piattaforma dalla quale è possibile accedere a una app “pirata“ che permette di truccare le carte garantendo a chi paga un “abbonamento“ di lavorare e quindi guadagnare di più, ma anche di ottenere un profilo clonato bypassando i controlli anti-caporalato e il filtro del riconoscimento facciale. Il servizio di “ReGlov“, denuncia il sindacato metropolitano dei rider Deliverance Milano, chiede ai ciclofattorini di Glovo di versare 150 euro per l’iscrizione, e poi 50 euro ogni mese.

Un sistema simile era stato creato in passato per altre piattaforme, come la app JustRed, dedicata ai rider di Just Eat, poi chiusa. In sostanza un rider, in questo modo, si garantisce una corsia preferenziale per poter lavorare più ore e quindi una paga più alta, in una "guerra fra poveri" che arricchisce i pirati del web. Recentemente è stato denunciato da alcuni rider di Firenze il sito Internet polacco glovobot, che offrirebbe lo stesso servizio di ReGlov. "All’interno di un’organizzazione del lavoro tossica, tutta improntata sullo sfruttamento – spiega Angelo Avelli, di Deliverance Milano – il fenomeno della compravendita delle ore e degli account prospera sotto gli occhi di tutti. ReGlov è un’app di intermediazione illecita, che vende un hacking sull’applicazione ufficiale dei glover, permettendo a chi paga di clonare il proprio profilo e di lavorare per ben oltre 10 ore al giorno, sette giorni su sette, creando una corsia preferenziale per gli “abbonati” a scapito di tutti gli altri colleghi. Si parla di un costo di attivazione di 150 euro, più le spese dell’affitto mensile che sono di 50 euro al mese, per garantire a pochi “eletti” la possibilità di lavorare, in una corsa spietata all’ultimo miglio verso la prossima consegna, contro il tempo e contro tutti".

Tutto questo in barba al Protocollo di contrasto al caporalato firmato da piattaforme e sindacati davanti al ministro del Lavoro Andrea Orlando. Sistemi che si diffondono tramite il passaparola, e messaggi veicolati sulle chat Telegram usate dai rider. Deliverance Milano chiede alla Procura di Milano di indagare sul fenomeno e punta il dito su Glovo che "non può ignorare l’esistenza di questi sistemi" in un contesto dove "il caporalata prolifera".

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