Milano, code all'anagrafe: "Manca personale". E i sindacati scrivono ai cittadini

Volantini in via Larga e nelle sedi periferiche: "Da diversi anni questi uffici non ottengono un ricambio numericamente adeguato"

Code all'anagrafe

Code all'anagrafe

Milano, 19 aprile 2019 - «Siete costretti ad affrontare code estenuanti oppure ad attendere mesi per vedere concluso un cambio di indirizzo, una rettifica o una trascrizione: da diversi anni questi uffici non ottengono un ricambio numericamente adeguato che compensi i numerosi pensionamenti dei dipendenti». Lo hanno messo nero su bianco sindacati e rappresentanti dei lavoratori del Comune in un volantino rivolto ai cittadini, da distribuire negli uffici dei servizi civici, all’anagrafe in via Larga e nelle sedi periferiche. L’ultima mossa nella battaglia per ottenere un piano di assunzioni straordinario per servizi ai cittadini che «rischiano il crash».

I sindacati Funzione Pubblica Cgil, Cisl Fp, Uilfpl e Csa hanno scelto di rivolgersi direttamente agli utenti, i milanesi che si mettono in paziente attesa davanti agli sportelli. «L’amministrazione ha sempre ritenuto di poter garantire un servizio adeguato facendosi forte della professionalità dei lavoratori - si legge nel volantino - ma se gli stessi continuano a diminuire e le attività si moltiplicano il risultato è un servizio non all’altezza di una città metropolitana come Milano». Una mole aggiuntiva di lavoro è arrivata da disposizioni nazionali come la nuova carta d’identità che «hanno rallentato ulteriormente le fasi dell’attività», con mesi di attesa per ottenere il documento. Nello scenario si innestano anche i pensionamenti con quota 100, che ridurranno ulteriormente gli organici. «Le figure aggiuntive di studenti stagisti hanno posto molti interrogativi - proseguono sindacati e rappresentanti dei lavoratori - le dotazioni informatiche non soddisfano le necessità operative e i server sono vecchi e superati». Una situazione non proprio da smart city, nella città capitale italiana della rete ultraveloce 5G. I lavoratori chiedono quindi agli utenti di «sollecitare l’amministrazione con una voce comune» perché «i primi ad essere dispiaciuti della situazione che si è creata sono gli stessi che quotidianamente si rapportano con i vostri problemi».

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