Amazon, sciopero dei corrieri in appalto: stop alle consegne

La protesta dei driver di Postalcoop: sciopero di 72 ore. “Basta con le false Partite Iva”

Il presidio dei corrieri di Postalcoop che lavorano per Amazon

Il presidio dei corrieri di Postalcoop che lavorano per Amazon

Milano – I corrieri milanesi chiedono migliori condizioni di lavoro e "il rispetto degli impegni presi". L'ultimo sciopero, di 72 ore, ha coinvolto i driver di Postalcoop, azienda che gestisce per conto di Amazon il servizio di consegne a domicilio veloci e della spesa (Amazon Prime Now e Amazon Fresh). Dopo una fumata nera nelle trattative, hanno incrociato le braccia interrompendo le attività del polo logistico in via Nicolodi, alla periferia Nord di Milano.

Si apre così un nuovo fronte, nella giungla della logistica al centro da anni di battaglie sindacali. "Chiediamo ad Amazon e a Postalcoop di concordare un riconoscimento economico maggiore per i lavoratori – spiega la Filt-Cgil di Milano – già segnati dalla mancata applicazione di istituti come lo scatto di anzianità e le maggiorazioni nell'orario notturno e dall'esistenza di lavoratori con partite Iva che dovrebbero invece essere lavoratori dipendenti".

Non è il primo sciopero che riguarda Postalcoop: l'anno scorso sindacati e driver avevano già organizzato manifestazioni e presidi, anche durante lo sciopero generale dello scorso 16 dicembre. Era stato concordato un incontro con l'azienda nel primo trimestre del 2023, ma "non abbiamo avuto riscontri". 

È scoppiata così una nuova protesta. "In una filiera come quella Amazon – prosegue la Cgil – non è possibile che ci siano disparità così alte tra driver: i lavoratori e le lavoratrici di Postalcoop devono godere degli stessi diritti conquistati dai driver della filiera con anni di lotta".

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