PIERO
Cronaca

All’emergenza sicurezza mancava un elemento: la noia

Piero Lotito Poveri ragazzi. Bisogna capirli, si annoiano. Milano è un piccolo paese isolato, privo di tutto: senza un cinema, senza un...

Lotito

Poveri ragazzi. Bisogna capirli, si annoiano. Milano è un piccolo paese isolato, privo di tutto: senza un cinema, senza un teatro, senza una sala giochi. Non ci sono discoteche, trovi a malapena qualche bar semivuoto. È tutto un deserto, il silenzio è terribile, ti sembra di impazzire. Come potrebbero i ragazzi d’oggi, così vogliosi di nuove esperienze, non annoiarsi in un posto così deprimente, proprio non si capisce. Per fortuna sono pieni di idee e si accontentano di poco: basta loro un cavo d’acciaio rimediato in un cantiere per organizzare un meraviglioso passatempo. Qui ci permettiamo di ironizzare su una tragedia mancata proprio perché è mancata, ma il solo pensiero di quanto poteva succedere in viale Toscana a causa del cavo teso in strada da un terzetto di giovani annoiati oggi sulla bocca di tutti fa venire i brividi. Molto si è discusso negli ultimi tempi sull’emergenza sicurezza a Milano. C’è chi la nega - sindaco Sala in testa - e chi la agita a ogni episodio di criminalità. Il dibattito non si spegnerà mai, ma alla luce dei fatti di viale Toscana, bisogna aggiungervi un elemento fin qui poco considerato: quello, appunto, della noia. Che Milano potesse un giorno rivelarsi insicura per eccesso di noia, pochi potevano finora prevederlo. Eppure, a causa della noia la città subisce continui danni, dai graffiti che da anni la rendono mostruosamente deturpata in molti quartieri a quel vandalismo spicciolo ormai inosservato dai più: segnali stradali piegati o divelti, pensiline sfasciate, cestini portarifiuti svuotati tutt’attorno e via di questo passo. La noia, così ben raccontata da Alberto Moravia in un romanzo con quel titolo, si rivela quasi sempre una via a fondo cieco: ti sembra di scivolarvi che è un piacere, e poi va a sbattere. È appunto un problema di sicurezza.