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Elezioni comunali, Alessandrini c’è: «Non posso dire no a Silvio anche se volevo mollare»

Il candidato sindaco di Berlusconi: "Cambiano le dimensioni, rispetto a Segrate, ma cambiano anche le risorse. Berlusconi sa che abbiamo ben amministrato, Segrate è ordinata e pulita, non abbiamo mai tagliato i servizi sociali" di Giambattista Anastasio

L'ex sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini

Milano, 1 ottobre 2015 - Adriano Alessandrini è pronto a giocarsi, da candidato sindaco, la partita delle prossime elezioni comunali milanesi. Sindaco è già stato, ma a Segrate. Parole ne ha spese poche da quel 14 settembre in cui Silvio Berlusconi, nel bel mezzo della festa di compleanno di Licia Ronzulli, ha sussurrato il suo nome proprio per la corsa allo scranno più alto di Palazzo Marino. Ma ieri Alessandrini è uscito allo scoperto e dagli studi di Telelombardia ha fatto capire di essere a disposizione del suo leader di sempre, quel Berlusconi che lo ha chiamato al telefono proprio per sondarlo sulla partita-comunali. «Pensavo di lasciare l’attività politica – fa sapere l’ex primo cittadino quando gli si chiede conto di quella telefonata –, ma è stato il presidente a chiedermelo quindi non potevo rifiutare». E subito dopo ragiona già come candidato sindaco: «Io sono nato a Milano e ho sempre vissuto qui, Milano 2 è un quartiere al confine con il capoluogo. Cambiano le dimensioni, rispetto a Segrate, ma cambiano anche le risorse. Berlusconi sa che abbiamo ben amministrato, Segrate è ordinata e pulita, non abbiamo mai tagliato i servizi sociali». Il centrosinistra, però, parte avanti. Anche per le divisioni ancora irrisolte del centrodestra. Il candidato di Silvio ne è consapevole e lancia due messaggi proprio al Carroccio. Il primo è conciliante: «Sarà un’impresa difficilissima (vincere le elezioni, ndr) – scandisce Alessandrini – ma a Segrate abbiamo governato per anni con la Lega Nord, quindi spero sia lo stesso».

Il secondo è battagliero: «Non temo assolutamente Matteo Salvini, lui ha opinioni condivisibili ma non lo temo». Di certo nelle corde di Alessandrini non c’è quell’avversione alle moschee tanto ostentata invece dal centrodestra cittadino. Un problema? Sentitelo: «La moschea di Segrate, che è anche sul territorio di Milano, rappresenta una diversità culturale e di professione che arricchisce nel nostro caso». Sul fronte opposto, Giuseppe Sala, commissario unico di Expo da tempo indicato pure come possibile candidato unico del centrosinistra alle Comunali, intervistato da Radio Anch’io decide di «sfatare un mito» e assicura: «Io e il presidente del Consiglio non ci siamo mai parlati dell’opportunità di una mia candidatura a sindaco di Milano ». «Anche perché – aggiunge Sala – veramente non potrei andare via da Expo il primo novembre (l’evento finisce il 31 ottobre ndr), perché lascerei un problema. A Natale andrò in vacanza. E poi? Poi vedremo». giambattista.anastasio@ilgiorno.net