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Albero di Natale in Stazione Centrale, ecco i desideri: "Vorrei un lavoro", "Via l’Isis"

I messaggi di milanesi e turisti sull’abete nella Galleria delle carrozze (Le foto dell'albero di Natale in stazione Centrale) di MARIANNA VAZZANA

L'albero in stazione Centrale (Newpress)

Milano, 16 dicembre 2015 - Le luci sono sempre accese. Annunciano il Natale e infondono speranza. Soprattutto tengono vivi i desideri di chi, i suoi sogni, li ha affidati a un biglietto di treno sgualcito, a uno scontrino, a un pezzo di carta rimediato all’ultimo momento oppure a un foglio riempito con cura, magari a casa e poi portato a destinazione infilzandolo su aghi verdi spruzzati di bianco. Un grande abete svetta nella Galleria delle carrozze della stazione Centrale: è tornato a brillare e a raccogliere, come da tradizione, i messaggi di milanesi e turisti. Italiano, inglese, spagnolo, arabo, cinese si fondono in un linguaggio universale. Si chiede felicità e salute per sé e le persone care. Pace «ovunque». Babbo Natale e Gesù bambino hanno di che sbizzarrirsi: mani infantili sognano unicorni di peluche o l’arrivo di una persona speciale. Una zia vorrebbe Lego e bambole per i nipotini. Studenti non aspettano altro che superare esami. C’è chi sogna un lavoro o una casa. Altri mettono sulla lista lo scudetto per la propria squadra del cuore e “ordinano” un fidanzato o una fidanzata. Desideri che tengono sempre banco, in pole position ogni anno tra la marea di biglietti.

Si formano anche schieramenti, persino tra il verde dell’albero. Da un lato c’è chi vorrebbe «che i migranti non insultassero più gli italiani», (firmato «un’italiana brava») e chi auspica per «gli italiani che sono in strada un Natale al caldo, con un bel MEMORIA In alto, una ragazza scatta un “selfie” davanti all’albero; sopra, l’albero in stazione Centrale (Newpress)piatto di lasagne». Dall’altro c’è chi elogia il lavoro di chi aiuta gli ultimi, italiani e non. «W i City Angels» e «Vorrei un mondo pieno di Emergency», scrivono in due. C’è chi chiede «pace» e chi di «sconfiggere i terroristi».

Accanto ai desideri spuntano disegni di bambini ed emozioni trasformate in poesie. E non mancano gli amanti degli animali: «Gli angeli non hanno ali ma vibrisse» si legge su un biglietto, con tanto di testa felina disegnata a corredo.

Su quegli aghi si mescolano ironia e dramma. Leggerezza e problemi grandi come macigni. L’anima di quell’umanità che non vede la stazione come un luogo di passaggio ma si ferma a lasciare un pezzo di sé. «Sono un uomo di 43 anni di cui 26 trascorsi nei dormitori e a mangiare nella Caritas», «il 30 settembre 2013 mi hanno lasciato disoccupato e senza tfr. Nel 2014 ho tentato il suicidio. Cosa vorrei per Natale? Un’Italia meno falsa, la dignità di potermi mantenere e una casa popolare». È un messaggio riportato in stampatello.

E visto che, chi passa dalla stazione Centrale, spesso è diretto al metrò, qualcuno ha pensato di indirizzarlo a «usare tutte le linee» che portano a fermate speciali: pace, lealtà, amicizia, fortuna, armonia, vacanze, baci, sorrisi e non solo. Insomma, un invito alla felicità.