
Il presidio degli acquirenti davanti al cantiere bloccato in via Savona 105
Il comitato Famiglie sospese, oggi al terzo giorno di sciopero della fame, va in pressing sulla politica locale e nazionale per "passare ad azioni concrete" e risolvere il problema di chi ha comprato casa in cantieri posti sotto sequestro, finiti al centro di inchieste della Procura su presunti abusi edilizi o bloccati dagli uffici comunali. Un impegno raccolto nel corso di un incontro interlocutorio con i capigruppo di maggioranza e opposizione, a margine del Consiglio comunale, e con altri rappresentanti delle forze politiche. "Ringraziamo i consiglieri per averci ascoltato e aver raccolto le nostre istanze – spiega Filippo Borsellino, portavoce del comitato – ma ora più che mai è necessario passare alle azioni concrete: la condizione irreale in cui ci troviamo dura ormai da 320 giorni, troppi se si considera che parliamo di un diritto fondamentale come la casa". Ieri lo sciopero della fame itinerante ha fatto tappa in via Savona 105, altro cantiere bloccato che ha lasciato nel limbo circa 150 famiglie. Oggi si terrà un presidio davanti alle Residenze Lac in via Cancano, nella zona del Parco delle Cave, il terzo cantiere posto sotto sequestro.
"Abbiamo scelto questo luogo perché rappresenta l’inaccettabile situazione di incertezza che molti cittadini stanno vivendo – prosegue Borsellino –. In questo stabile, oltre 150 famiglie che avevano già acquistato la loro casa, sono e rimangono sospesi nell’attesa di un segnale dalla politica". Ha partecipato al presidio anche un agente immobiliare, Giuseppe Brachetti, specializzato nell’intermediazione tra chi vende aree e i costruttori. "Stiamo subendo grossi danni da questa situazione – spiega – in questo momento è tutto bloccato e, siccome in questo momento stanno andando avanti i progetti già avviati, gli effetti più pesanti probabilmente si vedranno nel 2026 e negli anni successivi. Gli uffici comunali hanno smesso di rispondere, l’amministrazione dovrebbe rivendicare con più convinzione le politiche sulla rigenerazione urbana messe in atto che hanno portato allo sviluppo della città, dopo anni di crisi dell’edilizia. Su tutto questo dovrebbe intervenire al più presto la politica senza preconcetti ideologici e con un accordo bipartis per risolvere questa situazione". Dopo il flop del cosiddetto Salva Milano, torna a chiedere un intervento Cristiano Cremoli, il presidente del Collegio geometri di Milano.
"La situazione a Milano sta diventando insostenibile per questa situazione di attesa che si è venuta a creare – sottolinea –. Attesa che “qualcuno“ trovi una soluzione. Situazione che sta logorando cittadini, tecnici e operatori e che sta fermando la città. L’immobilismo non è la soluzione. La politica si prenda le sue responsabilità per trovare soluzioni perché ci sono". Intanto, negli uffici comunali (diversi dirigenti e dipendenti sono indagati e in alcuni casi rispondono per danno erariale davanti alla Corte dei Conti), si attende un incontro sindacale convocato per il 2 luglio con al centro rigenerazione urbana, attuazione Pgt e Sportello unico edilizia. "In quella sede chiederemo risposte – spiega Giovanni Molisse, segretario della Fp Cgil di Milano – sulla situazione che i dipendenti del Comune stanno vivendo, sulla loro tutela e sugli scenari futuri".
Andrea Gianni