Gli abusi, su almeno sette bambini che all’epoca avevano tra i 7 e gli 11 anni, si sarebbero consumati nella casa del sacerdote, dove le vittime erano state attirate, con la scusa di una partita con i videogiochi, da una persona che aveva conquistato la loro fiducia. Il processo di primo grado ieri si è concluso con la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione per don Emanuele Tempesta, 32 anni, ex vicario parrocchiale di Busto Garolfo. L’uomo, all’epoca responsabile dei giovani, fu arrestato il 15 luglio 2021 dalla Squadra mobile di Milano, durante una vacanza a Bardonecchia organizzata dall’oratorio, con l’accusa di violenze sessuali su minorenni. Ed è tornato libero dopo quasi un anno trascorso agli arresti domiciliari a Rho. Violenze che le vittime, ascoltate con la formula dell’incidente probatorio nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, partite dopo le segnalazioni di alcuni genitori, hanno confermato.
Il collegio del Tribunale di Busto Arsizio, presieduto dal giudice Giuseppe Fazio, ha inflitto una pena inferiore rispetto a quella chiesta dal pm Martina Melita, che aveva proposto 11 anni di reclusione. Il religioso, infatti, è stato assolto da due degli episodi contestati. Tra le pene accessorie per il 32enne, originario di Cornaredo, anche il divieto di avvicinarsi a scuole o luoghi frequentati da minori. Oltre 20 le parti civili, tra genitori e parenti delle vittime, che hanno ottenuto risarcimenti. Il sacerdote, assistito dall’avvocato Mario Zanchetti, ha sempre negato ogni addebito parlando al contrario di "accuse infamanti". Probabilmente presenterà ricorso in appello, una volta lette le motivazioni che verranno depositate entro i prossimi 60 giorni. Stando all’impianto accusatorio, don Tempesta durante il lockdown avrebbe più volte invitato nel proprio appartamento al primo piano di via Mazzini a Busto Garolfo un gruppo di bambini. Dalle testimonianze raccolte dagli investigatori gli abusi avrebbero avuto luogo durante questi incontri, avvenuti ufficialmente per divertirsi con i videogiochi. Fatti che don Tempesta ha negato ripetutamente.
Un arresto che, all’epoca, fece rumore, non solo a Busto Garolfo. La Lombardia, secondo l’ultimo report realizzato l’anno scorso da Rete L’Abuso, associazione che sostiene le vittime di violenza, è al primo posto tra le regioni italiane per presunti abusi sessuali su minorenni commessi da sacerdoti. Sulla base delle segnalazioni raccolte negli ultimi 15 anni, fino al 2023, emerge che in Lombardia sono 69 i preti pedofili, solo esaminando i casi nell’arco temporale di riferimento. I sacerdoti condannati in via definitiva in Lombardia sono più di 30. Altri 24 preti sono stati denunciati, sono coinvolti in procedimenti in corso o hanno ottenuto l’archiviazione per effetto della prescrizione. Altri 15 casi censiti dall’osservatorio, infine. sono stati segnalati all’associazione ma non sono sfociati, per una scelta delle vittime, in formali denunce. Tra le ultime iniziative dell’associazione, in collaborazione con Cismai, l’attivazione di 16 sportelli di supporto psicoterapeutico per le vittime di abusi, in diverse città d’Italia.