di Andrea Gianni e Marianna Vazzana
Nel racconto dell’orrore messo a verbale dal 16enne con deficit cognitivo, costretto a subire abusi sessuali e sevizie a Quarto Oggiaro, ascoltato giovedì in audizione protetta con il supporto di una psicologa, l’uomo di 44 anni fermato dalla polizia veniva indicato come "lo zio", anche se non avrebbe un rapporto di parentela con il 14enne complice delle violenze. Fatti, impossibili da descrivere nella loro brutalità, caratterizzati, evidenzia il gip Alberto Carboni, da "uso di forme di violenza smodate e immotivate, peraltro a danno di un ragazzo inerme che presentava evidenti fragilità".
Il giudice, nell’ordinanza con cui ha confermato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 44enne, accogliendo la richiesta della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e della pm Ilaria Perinu, evidenzia una "spregiudicatezza che può costituire la base per la consumazione di nuovi reati" da parte dell’adulto, anche perché gli abusi iniziati nello scantinato del caseggiato sono proseguiti nell’appartamento dell’uomo. "Gli atti sessuali sono stati compiuti a seguito di gravi forme di violenza e gli stessi sono stati ripresi e inoltrati ad altre persone", si legge in un passaggio dell’ordinanza, che fa emergere il presunto coinvolgimento di altri che potrebbero aver ricevuto i video di quella notte da incubo. "Le immagini sono state poi utilizzate come strumento di minaccia".
Il 16enne, infatti, ha spiegato agli inquirenti che foto e video avevano anche lo scopo di indurlo a non denunciare: "Ha detto che se poi parlavo o facevo qualcosa la pubblicava". Avrebbe ricevuto anche minacce di morte, prima di essere denudato e abbandonato sulla strada, dove ha iniziato a vagare fino a quando è stato soccorso da una Volante: "Ti sparo". Dal racconto della vittima, che comprensibilmente "alterna momenti di lucidità a momenti di chiusura emotiva e confusionale" dovuti allo choc, emergerebbe solo la presenza del 14enne compagno di scuola con cui aveva appuntamento, che lo ha attirato nella cantina del caseggiato in cui vive, e lì ha iniziato a percuoterlo dopo avergli legato le mani con fascette da elettricista, e del 44enne intervenuto in un secondo momento in quella che la polizia descrive nel primo verbale come una "disumana aggressione".
A un certo punto, quella notte, il 14enne avrebbe anche effettuato una videochiamata con una ragazza, mentre l’adulto stava abusando dell’adolescente. Forse tra i due conoscenti c’era stato un banale attrito per questioni sentimentali o per un debito di poche decine di euro, sfociato nel violentissimo regolamento di conti a cui ha partecipato anche il 44enne. Dagli atti dell’inchiesta emerge anche la freddezza dei due fermati quando la polizia si è presentata nello stabile dove abitano, in appartamenti diversi: il 14enne vive con i nonni affidatari, mentre l’adulto da solo. Il ragazzo ha cercato maldestramente di giustificare la presenza nella sua cameretta del cellulare sottratto alla vittima. Poi, di fronte ai video, non hanno potuto fare altro che ammettere l’accaduto, rimasto ancora senza una chiara spiegazione.
Oggi il 14enne, che si trova nel carcere Beccaria, verrà interrogato dal gip per i minorenni. Intanto, ieri ha incontrato il suo legale Solange Marchignoli. "Mi ha raccontato la sua versione dei fatti – dice Marchignoli al Giorno –. I reati sono maturati in un contesto criminale caratterizzato da regole non scritte, tipiche del principio del “taglione“. L’impressione è che si sia trattato di un regolamento di conti nato come confronto, poi degenerato. Da una prima analisi, il ragazzo sembrerebbe non personalmente responsabile degli abusi sessuali, se non nella forma del concorso per il fatto di essere stato presente". Dopo un lungo e confidenziale colloquio con l’avvocato, il quattordicenne l’ha salutata dicendole: "Avvocato, io non ho paura di niente. L’unica paura che ho è quella di non avere paura".