Fondi europei: per Milano occasione unica

Pacente (Anci): "In gioco 120-150 milioni, pari a 3-4 volte quelli attuali"

Milano, 12 febbraio 2021 - I fondi europei sono una grande partita politica, prima che tecnica. L’assegnazione di queste risorse potrebbe contribuire alla ripartenza di Milano dopo la pandemia. Aggiungere oltre 100 milioni di fondi strutturali europei alle altre risorse in arrivo col Recovery fund potrebbe essere una buona base di partenza per il prossimo sindaco e la prossima amministrazione. Anche se la campagna elettorale per Palazzo Marino sta per partire, in questa fase decisiva per l’attribuzione e la destinazione d’uso delle somme in arrivo da Bruxelles è fondamentale che maggioranza e opposizione lavorino insieme per il bene della metropoli, interagendo con la Regione e il Governo, al fine di ottimizzare l’utilità di tutti i fondi intercettabili per progetti di sviluppo e di rilancio. È molto probabile che il nuovo Governo rivedrà il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Tuttavia, sarebbe fondamentale che non venisse stravolto il lungo lavoro fatto negli anni sui fondi strutturali europei a beneficio delle città. «Se il nascente esecutivo non modifica troppo l’impianto e le bozze attuali – chiarisce Carmine Pacente, presidente Commissione politiche europee del Comune e di Anci Lombardia – città come Milano avranno, non soltanto a disposizione, ma anche in gestione 120-150 milioni di fondi strutturali europei per il prossimo mandato amministrativo, pari a 3-4 volte quelli attuali. E almeno la metà dovrà essere utilizzata tra il 2022 e il 2023».

Peraltro Regione Lombardia ha modificato l’orientamento originario e ha deciso di includere anche Milano tra le città lombarde eleggibili per la ripartizione dei fondi europei 2021-2027 destinati alle aree urbane. «Il punto decisivo – precisa Pacente, che è anche membro del Comitato europeo delle Regioni a Bruxelles – sarà la capacità di investire queste risorse in un tempo limitato. Capiremo se la via urbana ai fondi europei sarà davvero percorribile anche in futuro oppure no. E quali città avranno capacità tecnica, amministrativa e finanziaria e quali no. Spero soltanto che il nuovo esecutivo confermi tutto perché sono convinto che Milano sarebbe all’altezza, anche grazie al contributo di dirigenti e funzionari disponibili e capacità».

 

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