
Piersilvio e Marina Berlusconi (a sinistra) e l'ingresso della sede della Fininvest
È attesa nel pomeriggio l'assemblea di Fininvest, l'ammiraglia dell'impero costruito da Silvio Berlusconi. I figli dell'ex premier non sono ancora arrivati in via Paleocapa 3, nel palazzo storico a pochi passi dalla stazione di Milano Cadorna dove ha sede la società. Sulla strada, in attesa, un gruppo di fotografi, operatori televisivi e cronisti.
Il testamento dell'ex premier, che non sarebbe ancora stato aperto, non dovrebbe cambiare le strategie e variare gli assetti di governance. Le ultime disposizioni avrebbero l'obiettivo di garantire "continuità" alle attività imprenditoriali ed evitare liti in famiglia. L'assemblea della holding si riunisce per approvare il bilancio 2022 e per rinnovare il cda nel segno della continuità, con Marina presidente e al suo fianco Piersilvio, Barbara e Luigi ma dovrebbe essere confermato anche Adriano Galliani.
I soci dovranno anche approvare il dividendo che, ritornato l'anno scorso dopo gli anni "di magra” del Covid, dovrebbe essere confermato: nel 2021 il pay out era stato di 150 milioni e quest'anno si dovrebbe replicare dopo aver incassato 58 milioni di dividendi da Mfe, 132 milioni da Mediolanum e 12 milioni da Mondadori. Al termine dell'assemblea si riunirà il board per assegnare le deleghe dell'amministratore delegato e Danilo Pellegrino dovrebbe essere riconfermato nel suo ruolo.
Esaurite le scadenze aziendali e assolti gli approfondimenti tecnici il notaio Arrigo Roveda convocherà gli eredi per l'apertura del testamento e secondo indiscrezioni lunedì potrebbe essere il giorno giusto, alla vigilia dell'atteso appuntamento annuale con la presentazione dei palinsesti Mediaset. Un appuntamento dedicato alla televisione ma che si trasforma nell'occasione per Piersilvio di indicare la rotta della società.
Non si ignorano le ville, i quadri e i conti bancari ma gli occhi della comunità finanziaria sono puntati su quel 61,21% di Fininvest da spartire e si è ormai fatta strada la convinzione che Silvio abbia fatto di tutto per evitare una guerra tra i fratelli e mantenere una continuità nell'assetto azionario.