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La bellezza selvaggia di Baggio: tre curiosità sul Parco delle Cave

Malfamato, degradato, pericoloso. Tanti aggettivi negativi si sprecano su Baggio e sul Parco delle Cave, basta un giro sul web. E invece ecco tre motivi per visitare il Parco, davvero splendido. Scopriteli con noi

Parco delle Cave, fonte Wikipedia

Milano, 2 febbraio 2017 - Malfamato, pericoloso, degradato. Questi e altri aggettivi si sprecano, basta interrogare velocemente Google. Stiamo parlando di Baggio, parte ovest di Milano. E invece no, noi non siamo d’accordo, come per tanti quartieri “in periferia della città. E al centro del mondo”, per citare un barista di via Padova. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta la zona ha subito una rapida degenerazione, sia urbanistica che sociale, dovuta al mancato controllo sul Parco delle Cave, divenuto centro di spaccio, prostituzione e scarico abusivo di rifiuti. Poi, nel 1997, l’Onlus Italia Nostra ha riqualificato il Parco, è stato istituito un commissariato di quartiere e l’UNESCO ha conferito a questa splendida zona verde il premio “Tesoro del mondo”. Ecco quindi tre curiosità sul parco, che merita sicuramente una visita.

Selvatico Parco delle Cave, che copre 1.350.000 mq, è certamente il più selvaggio della città: l’area non è recintata e costituisce il primo esempio italiano di forestazione urbana. Per questo, prevalgono specie boschive come gli aceri, i pioppi e le querce. Anche le scelte manutentive sono precise: gli alberi caduti non vengono rimossi, in modo che l’ecosistema del parco stesso non venga turbato, secondo quanto stabilito dal progetto Parco dei sentieri interrotti.

I laghi Terzo parco di Milano per dimensioni, dopo il parco Nord e il Parco Forlanini, il Parco delle Cave è caratterizzato da quattro bacini artificiali, risultato dell’attività di escavazione. A partire dagli anni Venti, infatti, nella zona si escavano ghiaia e sabbia, in quattro cave: Cabassi, Casati, Ongari-Cerutti e Aurora. Negli anni sessanta, alla cessazione delle attività estrattive e di molte attività agricole è seguito un lento abbandono, ma dove prima sorgevano le cave ora ci sono i laghi che ospitano i anfibi, rettili e uccelli di moltissime varietà.

Cascina Linterno Salvata dalla demolizione nel 1999, la cascina Linterno è una antica grangia del XII che probabilmente ospitava frati trappisti. Fino alla fine del XVI secolo venne chiamata “ad Infernum” e poi “Cassina de Infernum” (probabilmente dal longobardo “In-Fern” che significava fondo lontano). Residenza milanese di Francesco Petrarca, negli anni Quaranta la cascina divenne rifugio di un prete taumaturgo, Giuseppe Gervasini, detto il pret de Ratanà (chiamato così perché a lungo attivo nella frazione di Retenate). Ha detto della cascina il critico e storico dell’arte Philippe Daverio: «Un patrimonio internazionale che andrebbe protetto dai Caschi Blu dell'Onu. Non solo l'architettura, ma anche l'ambiente è prezioso e raro, con marcite e fontanili che sopravvivono lì intorno».