Alluvione Marche, Sima: "Eventi estremi in aumento". Il ruolo del cambiamento climatico

Dall'inizio del 2022 sono già 130 i fenomeni climatici estremi che si sono verificati nel nostro Paese

Milano, 16 settembre 2022 - La bomba d'acqua che ha colpito le Marche ha portato la pioggia di sei mesi in un solo pomeriggio. Circa la metà di tutte le precipitazioni che cadono in un anno. Ma non bisogna considerarlo un fenomeno isolato: in Italia infatti gli eventi climatici estremi stanno diventano sempre più numerosi. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), se ne sono già verificati più di 130 solo dall'inizio del 2022: è il numero più alto della media degli ultimi dieci anni, per un totale di 1.318 dal 2010.

Eventi estremi come ondate di calore, acquazzoni intensi, grandinate, trombe d'aria e alluvioni sono una conseguenza diretta della crisi climatica che sta già colpendo il nostro Paese. Per il presidente Sima, Alessandro Miani, "i cambiamenti climatici hanno la capacità di influenzare l'intensità e il numero dei fenomeni meteorologici, rendendoli dunque più pericolosi e distruttivi". A giocare un ruolo determinante è l'aumento delle temperature causato dall'immissione nell'atmosfera di gas serra che derivano dall'utilizzo dei combustibili fossili. "A causa nostra", aggiunge Miani, "nubifragi, alluvioni, trombe d'aria e cicloni in futuro saranno più numerosi e violenti".

Dopo la siccità e il caldo estremo che hanno caratterizzato l'estate appena trascorsa, le piogge diventano sempre più eventi estremi concentrati in autunno e inverno, associandosi a volte a uragani mediterranei, "60 negli ultimi 40 anni, ma con previsioni di 3 nuovi eventi annui". Secondo le analisi Sima, dal 2010 a luglio 2022 in Italia si sono verificati 1.318 eventi estremi: 516 allagamenti causati da piogge intense, 367 danni trombe d`aria, 123 esondazioni fluviali, 55 frane da piogge intense. 

Per Coldiretti "è evidente in Italia la tendenza ad una tropicalizzazione del clima con le ultime ondate di nubifragi e grandinate che si sono abbattute su terreni secchi i quali non riescono ad assorbire l'acqua, che causa quindi frane e smottamenti". Una situazione critica per un Paese come l'Italia, dove più del 90% dei comuni ha territori a forte rischio idrogeologico. 

La soluzione, per Sima, è solo una: ridurre le emissioni di gas serra. Sul medio termine, inoltre, si potrebbe lavorare per "piantare 350 miliardi di alberi nel mondo al fine di ridurre del 10% la CO2 a livello globale". Senza dimenticare che, visto che gli effetti della crisi climatica sono già sotto gli occhi di tutti, servirà anche un "Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), fermo al 2017".