Mantova, gli arazzi di Raffaello in mostra a Palazzo Ducale

Restaurati, tornano al grande pubblico arricchiti da alcuni documenti inediti. L'evento dal 24 ottobre al 7 febbraio, poi l'esposizione permanente

Uno degli arazzi di Raffaello in mostra a Mantova

Uno degli arazzi di Raffaello in mostra a Mantova

Mantova, 23 ottobre 2020 - Sono un 'pezzo' di Cappella Sistina in Pianura Padana. Sono preziosi come quelli voluti da Papa Leone X de' Medici per l'edificio affrescato da Michelangelo in Vaticano, E ora dopo un delicato restauro tornano a essere a disposizione del grande pubblico.

E' un omaggio a Raffaello Sanzio, di cui si celebrano i cinquecento anni dalla morte, la mostra che Palazzo Ducale dedica agli arazzi firmati dal caposcuola dei pittori rinascimentali. Raffaello disegno il ciclo dedicato alle storie di San Pietro e Paolo su grandi cartoni (oggi custoditi dal Victoria and Albert Museum di Londra) e la realizzazione degli arazzi venne affidata ai più grandi maestri dell'epoca, nelle fiandre. L'editio princeps andò al pontefice romano, che ne era stato primo committente. La successiva, costosa e preziosa come quella vaticana, venne acquistata dai Gonzaga. E subito destinata alla loro reggia mantovana.

La storia degli arazzi che dal 24 ottobre al 7 febbraio saranno visitabili nell'ala di Palazzo Ducale chiamata 'Corte vecchia' non è lineare come appare, anzi è stata un susseguirsi di collocazioni, trasferimenti, colpi di scena. A raccontarli sarà una sezione documentaria della mostra che inizia con l'acquisto da parte di Ercole Gonzaga e arriva fino al Novecento. Gli arazzi originariamente erano destinati al Duomo cittadino, ma i Gonzaga presto li trasferirono nella chiesa 'di famiglia', la Cappella palatina di Santa Barbara, all'interno del castello di San Giorgio. Nel tardo Settecento i teli di Raffaello tornano a palazzo, in un appartamento allestito dal famoso architetto Paolo Pozzo. A cavallo tra Otto e Novecento, poi, sono gli Asburgo, signori di Mantova, a 'ingolosirsi' dei capolavori di Raffaello e a portarseli in Austria. Solo dopo la sconfitta del 15-18 Vienna dovrà restituirli e verranno nel luogo per il quale erano stati tessuti. E' il 1920, esattamente un secolo fa, l'anno del ritorno a Mantova

In fondo i Gonzaga lo meritavano, visto il lungo corteggiamento che fecero a Raffaello per ottenere una sua opera. La prova dele loro avance è racchiusa in una rara lettera, pure esposta nella mostra, e scritta dal grande umanista Baldassarre Castiglione e inviata da Raffaello a Leone X. La missiva, oggi custodita dall'Archivio di Stato mantovano è una preziosa finestra sul mondo delle corti rinascimentali. L'ultimo capitolo in ordine di tempo riguardante gli arazzi di Raffaello, è il loro restauro avviato a luglio di quest'anno. Un lavoro lungo e complesso affidato a una ditta specializzata di Piacenza, diretta da Tiziana Benzi e che sarà direttamente reo visibile agli occhi dei visitatori della mostra, oltre che di scuole e famiglie che lo richiederanno. Il laboratorio del 'restauro aperto' si trova nella sala dello Specchio. L'appartamento degli Arazzi con le opere del genio di Urbino,in occasione dell'evento mantovano, è stato dotato di un nuovo impianto di illuminazione, che include anche le 'didascalie' guida della mostra.