La necropoli del guerriero e consorte a Casalromano: armi, gioielli e ricordi di bambini. Ecco chi erano i Cenomani

Mantova, nelle 13 tombe la vita quotidiana del popolo di cultura celtica nel I secolo avanti Cristo. Dopo i primi rinvenimenti, la campagna accelera per prevenire l’intervento di tombaroli

Un momento degli scavi

Un momento degli scavi

Mantova, 31 ottobre 2023 –  Il territorio dalla Valle del Po all’Alto Mantovano in epoca preromana ha visto il fiorire di culture rivali o parallele a quella dei Cesari. Erano noti gli insediamenti etruschi. Ora ad essi si affianca la presenza di popoli di origine celtica affluiti in pianura. Lo conferma la scoperta di una necropoli risalente alla tarda età del ferro (tra il II e il I secolo avanti Cristo) compiuta dagli esperti della Sovrintendenza ai Beni archeologici, Belle arti e Paesaggio di Cremona Mantova e Lodi.

Tredici tombe

L’eccezionale rinvenimento è avvenuto nelle campagne di Casalromano, nel nord della provincia Mantovana: 13 tombe ricche di reperti storici appartenuti alla popolazione dei Cenomani, un gruppo di cultura celtica, che si era stanziato nelle terre a Sud del Lago di Garda. In estate gli archeologi avevano individuato due tombe contenti i resti di un guerriero e di quella che, a tutte le apparenze, appariva essere la sua consorte. La ricchezza delle dotazioni delle sepolture aveva indotto ad ampliare le ricerche, anche per esitare danneggiamenti e razzie di tombaroli.

Centinaia di reperti

A settembre, in un mese di lavoro, sono state portate alla luce altre 11 tombe e centinaia di nuovi reperti: suppellettili, gioielli, armi, in qualche caso ossa umane ed animali, tutti elementi destinati a ‘raccontare’ la storia dei celtici dell’Alto Mantovano e altro ancora. Per esempio, un gioiello a forma di cerchio sormontato da un cavallino, trovato a Casalromano, riporta a un monile etrusco della stessa forma trovato a una quarantina di chilometri di distanza, nella necropoli del Forcello a Bagnolo San Vito, sempre nel Mantovano. Ciò costituisce un forte indizio, se non una prova, che gli Etruschi, presenti sul territorio sin da settimo secolo avanti Cristo, conoscessero e frequentassero i Cenomani. I quali, a loro volta, sin dal terzo secolo avevano convissuto pacificamente con i romani, mutuandone le usanze. Nella necropoli infatti, undici delle sepolture sono a incenerazione, secondo il rituale romano di bruciare i cadaveri. Solo due sono inumazioni e contengono i resti ossei di bambini (uno è sicuramente una femmina) e altre ossa forse residuo di un pranzo sacro.

Le tecnologie

Le centinaia di reperti, scoperti grazie all’uso di magnetometro e di geolaser e custoditi per ora nel museo civico di Asola, erano contenuti in casse lignee. Il materiale scoperto comprende un corredo da guerriero (nella prima tomba scoperta: scudo, lancia, pugnale, spada), fibule e braccialetti femminili (detti armille) ornati di ‘perle’ di vetro e sfere di bronzo, suppellettili di ceramica.

Nuove ricerche

Gli studi sulla necropoli, condotti dall’archeologo Guglielmo Strapazzon e le successive ricerche operate dall’azienda specializzata ArcSAT sono destinati a continuare per mettere a fuoco altri capitoli dell’antica storia del territorio. E continueranno anche gli scavi, ai quali hanno partecipato gli archeologi volontari del gruppo Klousios del Basso Chiese. Dalla terra fra il lago e Mantova potrebbero emergere nuove tracce di vite e storie vecchie ormai di duemila anni.