Mantova, 22 giugno 2024 – Giornata nell’Alto Mantovano per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni dei 160 anni della Croce Rossa Italiana.
Verso le 17, Mattarella è arrivato a Castiglione delle Stiviere, dove è stato accolto dalle autorità, dal prefetto Gerlando Iorio, dal sindaco Enrico Volpi e dal presidente della Croce Rossa Rosario Valastro. Nella cittadina mantovana, il Capo dello Stato ha vistato il Museo della Croce rossa accompagnato, tra gli altri, dal presidente dell'organizzazione.
Poi si è spostato a Solferino, dove si è tenuto un momento istituzionale. Qui, il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, ha consegnato al capo dello Stato – dopo il suo intervento dal palco – una maglietta rossa della Cri e una medaglia celebrativa dei 160 anni dell'organizzazione. A seguire, ci sarà la fiaccolata. Infatti proprio qui dopo la battaglia del 1859 lo svizzero Henry Dunant ebbe l'idea di fondare la Croce rossa internazionale.
Mattarella: “La Croce Rossa Italiana ha accompagnato la storia dell’Italia”
“Centosessant'anni di storia della Croce Rossa Italiana, ricca di umanità e di dedizione, che ha accompagnato e sostenuto l'Italia. Ha visto nascere lo Stato unitario, è stata parte dei suoi progressi, ha sofferto per le cadute e le tragedie, ha contribuito a costruire quel tessuto sociale di solidarietà e mutualità che costituisce l'elemento vitale delle istituzioni e rende i cittadini partecipi e protagonisti La celebrazione di oggi ricorda e sottolinea l'impegno che la Croce rossa continua a esprimere”, ha detto Mattarella, intervenendo alle celebrazioni a Solferino. “La professionalità dei suoi operatori – ha proseguito il Capo dello Stato - rappresenta un supporto prezioso nelle difficoltà e nelle emergenze. La generosità dei suoi volontari costituisce una forza civile, culturale, umana che trasmette energia e fiducia anche nella vita quotidiana”.
Mattarella: “Nelle guerre le vittime sono tutte uguali”
Poi ancora: “Questi nostri luoghi - Solferino, Castiglione delle Stiviere - prima ancora di ricordare a tutti noi il momento iniziale della storia della Croce Rossa, ci riconducono a una delle battaglie più cruente della seconda guerra d'indipendenza. Oltre trecentomila soldati di tre diversi eserciti combatterono sulle colline e sulle campagne a sud del lago di Garda e il numero dei feriti, dei morti, dei corpi rimasti senza nome fu di molte decine di migliaia. Il cammino da Solferino, centro dello scontro armato, a Castiglione delle Stiviere fu di sofferenza, di angosciosa speranza per migliaia di feriti. La Croce Rossa nacque su questo percorso di dolore. Per dare conforto e assistenza. Per offrire cura ai feriti. Per ritrovare uno spazio umano dentro la logica spietata della guerra. Per dare la possibilità di futuro a chi rischiava di morire. Il sentimento di pietà vinse la paura, l'indifferenza, la rassegnazione. Questo sentimento conquistò uno spazio pubblico. Si fece organizzazione. È divenuto diritto internazionale nella conferenza di Ginevra”. “Se è vero che nelle guerre c'è sempre qualcuno più responsabile nell'averle scatenate - e queste responsabilità non possono essere taciute - è vero - ha aggiunto - che le vittime sono uguali nella loro umanità e nell'atroce dolore che sono costrette a sopportare. Le vittime sono tutte uguali. Meritano aiuto, cura, solidarietà, vicinanza umana. Sul valore della cura alle donne e agli uomini sofferenti senza chiedere la loro provenienza, la nazionalità, il credo religioso, le convinzioni politiche, si è costruita quella cultura della Croce Rossa, italiana e internazionale, che è stata trasmessa al mondo, che ha influenzato le relazioni tra gli Stati, che è stata posta alla base di alcuni importanti protocolli e trattati”.
Mattarella: “Volontariato è un orgoglio del nostro Paese”
“I valori che provengono dall'organizzarsi della società, espressi dal carattere gratuito del volontariato, i valori di solidarietà che soltanto autentiche relazioni umane possono assicurare, sono assolutamente irrinunciabili. Anche in un sistema di welfare opportunamente rinnovato, anche in un Stato talmente ben organizzato e giusto, in grado di assicurare pienezza di diritti a tutti i suoi cittadini, la ricchezza del volontariato avrebbe un ruolo indispensabile, sarebbe preziosa e farebbe la differenza per la qualità della vita”, ha sempre detto il presidente Sergio Mattarella. E ha sottolineato: “Il volontariato, nelle sue diverse forme, è un orgoglio del nostro Paese. Trasmette energia preziosa. I valori che esprime sono parte della cultura, e dell'identità stessa, del nostro popolo. Questo è il carattere dell'Italia, ampiamente diffuso nella concreta vita quotidiana ed è quel che la rende, in conformità alla sua storia, un Paese di grande civiltà”.
Mattarella: “Basta sfruttamento del lavoro”
Poi un passaggio sulle morti sul lavoro: contro i valori di solidarietà e di civiltà “stridono - gravi ed estranei - episodi e comportamenti come quello registrato tre giorni addietro, quando un giovane lavoratore immigrato, Satnam Singh, è morto, vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l'ennesimo tragico incidente sul lavoro. Una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno - che affiora non di rado - di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli”. Lo sfruttamento illegale del lavoro - ha aggiunto Mattarella - è un “fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l'erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.
Mattarella: “Responsabilità delle istituzioni è garantire diritti effettivi”
“Quando si pensa alle tante energie preziose, e ai tanti progetti, che il mondo del volontariato, nella libertà dei diversi soggetti, riesce a mettere in campo, qualcuno obietta che si tratta di supplenza rispetto ad attività che dovrebbero competere alle pubbliche istituzioni, ai vari livelli. Come se associazioni, movimenti, comunità, enti del terzo settore si occupassero di compiti che non spetterebbero loro ma soltanto per tamponare lacune di servizi pubblici”, ha detto Mattarella. Poi ha aggiunto: “Può accadere perché vi è una responsabilità delle istituzioni di assicurare i servizi e di garantire i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi. Una responsabilità che è costante nel tempo e che comprende il compito di rimuovere gli ostacoli che si frappongono a una parità effettiva tra le persone e che non sempre si realizza”.
Valastro: “Operatori e civili non sono bersagli in guerra”
A Solferino, dal palco, è intervenuto anche il presidente della Croce Rossa italiana, Rosario Valastro: “Anche in guerra esistono delle regole e lo urliamo nella giornata di oggi dopo l'attacco al comitato della Croce rossa a Gaza, la popolazione civile non e' un bersaglio”. “Medici e operatori umanitari vanno facilitati nella loro azione e non sono un bersaglio, senza eccezione alcuna. La Croce Rossa si preoccupa di fare la sua parte nei conflitti in corso, lo abbiamo fatto in Ucraina e continuiamo a farlo nei Territori palestinesi", ha aggiunto il presidente della Cri. E, poco prima, aveva rivelato di provare “una grandissima emozione, oltre che un grandissimo onore quello di poter condividere con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la nostra fiaccolata”.