Cinquemila mantovani per l'addio a De Donno, sperimentatore del plasma iperimmune

In fila alla camera ardente allestita nel Comune di Curtatone

La camera ardente nel palazzo comunale di Curtatone

La camera ardente nel palazzo comunale di Curtatone

Mantova, 1 agosto 2021  - E' iniziato il lungo addio di Mantova a Giuseppe de Donno, il medico 54enne, ex primario di pneumologia divenuto famoso per la sua sperimentazione sul plasma iperimmune nella terapia anticovid, morto suicida martedì scorso. Erano già decine stamattina presto le persone in coda davanti alla camera ardente allestita nella sala consiliare del municipio di Curtatone, il centro alle porte di Mantova dove il medico viveva con la sua famiglia. Nel corso della giornata sono arrivati circa cinquemila mantovani: all'interno della camera ardente accoglievano in lacrime i visitatori la moglie moglie Laura e i figli Martina ed Edoardo, numerosi altri parenti, il sindaco Carlo Bottani.

La sfilata di persone potrà continuare fino alle 19, quando la camera ardente verrà chiusa. Domani i funerali si svolgeranno nella basilica di Sant'Andrea, la grande chiesa disegnata da Leon Battista Alberti nel cuore del centro storico. E qui ci si attende un altro bagno di folla. La famiglia nei giorni successivi alla scoperta del cadavere di De Donno, trovato in casa impiccato, non ha preso posizione sulle innumerevoli voci che hanno commentato la fine del professore. Unica eccezione il testo diffuso su Facebook da una sua parente stretta, nel quale tutti i familiari prendono nettamente le distanze dalle continue strumentalizzazioni della figura del ricercatore e dell'uomo di medicina. "Giuseppe De Donno era un medico che amava la sua professione fino in fondo e che non ha mai rinnegato la scienza. - si legge nel testo -  Un medico stimato e apprezzato per aver dato tutto se stesso per il bene della comunità. Ma Giuseppe non era solo medico, prima di tutto era uomo, figlio, padre, marito, fratello, zio, nipote cugino e amico, con anche una vita privata lontana dai riflettori, che nell'ultimo periodo hanno preso il sopravvento. Era una persona gentile con una parola di conforto in ogni occasione per ognuno di noi, che amava la famiglia in maniera incondizionata". "Chi lo conosce realmente _ dice con  chiarezza il documento dei familiari _ sa che nulla di ciò che in questi giorni stiamo leggendo su web, social, quotidiani e striscioni appesi per la città lo rappresentano". La forma di amore e rispetto migliore in questo momento, esrota la famiglia, sarebbe il silenzio.