"Si chiudano le caldaie a metano"

Legambiente punta il dito contro gli impianti inquinanti, che dovranno essere dismessi entro il 2030

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di Laura De Benedetti

"Prima che la caldaia entri in funzione a ottobre, si deve fare chiarezza, soprattutto sulle conseguenze per l’inquinamento cittadino". É uno dei punti chiave evidenziati da Andrea Poggio durante l’assemblea cittadina di Legambiente, sul tema della nuova centrale per il teleriscaldamento a ridosso del centro urbano, che si è svolta giovedì sera al Verri ma che è stata seguita anche nella diretta via Facebook. Un tema che sta scaldando la campagna per le elezioni amministative in corso.

Proprio ai candidati, sia alla carica di sindaco che al ruolo di consigliere, si rivolge Legambiente, chiedendo loro di esprimersi sul tema. Proprio ora che, rimarca l’associazione ambientalista, a Lussemburgo l’Italia veniva condannata per la seconda volta per inquinamento sistematico e continuato di biossido d’azoto nelle città della pianura Padana, è necessario capire, appunto, quali conseguenze avrà la centrale sull’inquinamento del capoluogo, conoscere il "funzionamento atteso degli impianti da parte di Linea Green, la possibilità di ridurre le ore di utilizzo, le emissioni inquinanti e di trasferire subito almeno una delle due caldaie di nuovo fuori città, visto che si dichiara che verranno fatte funzionare solo una alla volta. Non devono essere auspici non firmati, come presentato sino ad ora dal Comune di Lodi, ma atti amministrativi efficaci e vincolanti del Comune e della Provincia di Lodi".

Nel corso della serata, durante la quale Paolo Crosignani, medico dell’Isde (associazione medici per l’ambiente) e già responsabile del servizio di epidemiologia dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha rimarcato gli effetti sanitari a lungo termine dell’esposizione a fonti di "inquinamento di prossimità", Poggio ha ricordato l’entrata in vigore entro un anno del Piano Clima ed Energia, con tappe stabilite da leggi nazionali ed europee.

"Tra il 2027 e il 2030 le nuove costruzioni, a zero emissioni, non potranno più collegarsi a una rete di teleriscaldamento alimentata a combustibili fossili. Ecco perché con Linea Green andrà definito un programma di progressiva dismissione, della durata di 58 anni al massimo, delle caldaie e degli impianti a metano ancora presenti sulla rete di Lodi. E la prima a chiudere definitivamente sarà la caldaia in mezzo all’abitato".

La nuova centrale a metano per il teleriscaldamento da 20 megawatt (13 mila gli abitanti equivalenti collegati in città) è in fase di realizzazione nell’area del parcheggio dell’ex Macello a ridosso del centro storico. Secondo il gruppo A2a, che controlla Linea Green, servirà a sostituire le caldaie dell’impianto principale dislocato oltre la tangenziale e non più performante.