Lodi, rientro in aula: scuola Vegio in alto mare

La dirigente Fiorini: " Solo per 4 o 5 classi su 45 potremo garantire il distanziamento per le altre dovremo dividere i ragazzi, a turno"

Laura Fiorini, dirigente scolastico della scuola superiore Maffeo Vegio

Laura Fiorini, dirigente scolastico della scuola superiore Maffeo Vegio

Lodi, 5 agosto 2020 - «Solo per 4 o 5 classi su 45 potremo garantire il distanziamento. Per le altre, per le norme anti Covid, potremo far entrare solo 15 studenti alla volta: dovremo dividere i ragazzi, a turno, in più aule, oppure un po’ a scuola e un po’ a casa. Abbiamo anche chiesto alla Provincia di poter usare un piano dell’ex Motorizzazione. In alternativa abbiamo il nostro seminterrato". Laura Fiorini, dirigente del Maffeo Vegio (dove studiò Ada Negri), liceo con 920 studenti, di cui l’80% arriva da fuori città, spiega la difficile situazione determinata dalla norme anticontagio: "Per fare il primo collegio docenti in presenza da febbraio - aggiunge - ho prenotato il cinema Fanfulla per l’1 settembre.

Lì si decideranno , tra le ipotesi in campo, quali formule usare a seconda delle necessità delle varie discipline. In ogni caso dirimente sarà sapere se avremo gli spazi in più di via Legnano, qui dietro l’angolo, contesi da più scuole. L’ultimo piano aveva già spazi e servizi anche se a noi è stato proposto l’open space con bancone dell’ex Motorizzazione dove andrebbero realizzate delle pareti per creare 5 o 6 classi. Altrimenti dovrò aumentare la Didattica a distanza (Dad), lasciando gli studenti a casa, e cercare di usare il seminterrato, dove si trovano le palestre, l’aula di informatica e quella per le riunioni: ma c’è scarsa ventilazione, è buio; starci un’ora non è come tutta la mattina. Inoltre se dovrò usare le palestre le scienze motorie dovranno essere spostate all’esterno".

I problemi non sono solo strettamente logistici: "Vorrei dare attenzione in particolare alle prime, affinché i ragazzi possano stare insieme e conoscersi. Ma bisogna valutare anche cos’è meglio per i disabili senza trascurare alcuni docenti che sono da considerarsi lavoratori fragili e che più di altri temono il contagio. Le prime due settimane saranno un banco di prova".

Tra le ipotesi c’è quella di suddividere, sempre a rotazione, gli studenti di una classe in due aule attigue, collegate da una Lim, la lavagna interattiva: "In ogni caso - aggiunge Fiorini - dovrei prevedere un docente in più di controllo. Altra idea è quella di far lezione a metà classe “dal vivo” e all’altra metà da casa. Dovremo far ricorso alla Dad in misura magiore o minore a seconde delle soluzioni adottate. Ma, specie per le prime, dovremo anche verificare che i ragazzi a casa abbiano la connessione e un pc disponibile, altrimenti dovremo ricorrere a bandi per l’acquisto. Intanto sto pensando di attrezzare le aule più piccole dove i docenti possano tenere lezioni con la Dad.