Lodi, caso piscine: "A processo in un clima d’odio"

Parla in aula l’avvocato alla sbarra insieme all'ex sindaco Uggetti

Cristiano Marini

Cristiano Marini

Lodi, 16 novembre 2018 - «Si è creato un clima d’odio su questa vicenda». A sorpresa ieri ha deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee in tribunale a Lodi, prima della sentenza di primo grado, l’avvocato Cristiano Marini, imputato nel processo per turbativa d’asta che lo vede coinvolto insieme all’ex sindaco Simone Uggetti (2 anni e mezzo la richiesta del pm), l’imprenditore Luigi Pasquini (un anno e mezzo) e il dirigente comunale Giuseppe Demuro (sei mesi). 

Secondo l’accusa, l’ex primo cittadino avrebbe realizzato un bando pubblico ad hoc in favore della società privata Sporting Lodi. Marini, per il quale il pm Sara Mantovani ha chiesto 2 anni, il 3 maggio 2016 era finito in carcere a Pavia. «Rivivere questa vicenda mi fa vivere un disagio quasi fisico – ha detto l’imputato Marini durante le dichiarazioni spontanee – Ho fatto fatica a rileggere gli atti. Sono convinto che ci sono delle cose che non possono esser taciute e mi hanno fatto stare male. Ero convinto che la mia persona fosse stata demolita il giorno del mio arresto, finendo sui social. Sono stato descritto come una persona «negativa e abietta» (ordinanza del gip di Lodi, ndr). Un soggetto che non meritava gli arresti domiciliari. Il tutto prima che io avessi modo di leggere queste cose perché ero finito in carcere. Ho ricevuto lettere anonime con fogli di carta igienica sporchi di feci. Per che cosa? Accetterò serenamente ogni decisione del giudice. Ho una dignità da difendere». L’avvocato Marini ha fatto anche riferimento a Renato Amorese, il segretario socialista che nel 1992 si tolse la vita dopo aver ricevuto soltanto un avviso di garanzia.

«Ricordo quel clima perché sua figlia veniva a scuola con me – ha spiegato Marini – Incredibile che si sia fatto tutto questo processo solo su suggestioni. Abbiamo fatto diventare verità delle circostanze solo perché venivano dette». In aula hanno concluso l’arringa difensiva gli avvocati del dirigente comunale Demuro. «Il parere di Demuro sul bando in questione non è mai stato chiesto – spiega l’avvocato Michele Saponara che assiste il super dirigente comunale che in Broletto ricopriva numerosi incarichi – La Uggè non ha mai manifestato divergenze con il sindaco Uggetti e con il dirigente Demuro. Per questo il mio assistito non poteva sapere che ci fossero problemi. Anzi, Demuro è stato costretto a prendersi carico del bando perché la Uggè non voleva più firmare l’appalto». Nell’udienza del 29 novembre potrebbe arrivare il verdetto.