Infortuni sul lavoro: in aumento nel Lodigiano

Il dato: 40 casi in più rispetto ai primi dieci mesi del 2017. Per il presidente dell'Anmil è un drammatico crescendo

Infortunio sul lavoro

Infortunio sul lavoro

Lodi, 29 novembre 2018 - In aumento gli infortuni sul lavoro. In provincia di Lodi, nel periodo gennaio-ottobre 2018, si sono registrate oltre 2.400 denunce di infortunio, una quarantina in più (+2,8%) rispetto allo stesso periodo del 2017. Il dato è allarmante perché tra i peggiori della Lombardia. La media regionale infatti è ferma a un +0,4% degli infortuni sul luogo di lavoro nel 2018 rispetto al 2017. I dati diffusi ieri dall’Inail, attraverso gli Open data, segnano un ulteriore aggravamento di un bilancio che diventa sempre più intollerabile. In leggero aumento anche le denunce di infortunio con esito mortale: 4 contro i 3 casi del 2017 (fonte: elaborazione Anmil su OpenData Inail).

Diminuiscono, seppur lievemente, le malattie professionali denunciate, soprattutto quelle legate ai problemi osteoarticolari (disturbi muscolari-tendinei correlati a movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori, tipici delle lavorazioni dell’occhiale e della metalmeccanica): passate dai 96 del 2017 alle 95 di quest’anno. A livello nazionale invece non accenna a placarsi la crescita delle vittime del lavoro nel nostro Paese. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’istituto da gennaio a ottobre, infatti, hanno fatto registrare un saldo molto pesante e pari a +9,4%: 945 morti sul lavoro, vale a dire 81 in più rispetto agli 864 denunciati tra gennaio e ottobre del 2017. Nel solo mese di ottobre le morti segnalate sono state 68, ovvero 11 in più rispetto alle 67 dello stesso mese del 2017.

«Stiamo assistendo impotenti ad un drammatico crescendo – dichiara il Presidente territoriale dell’Anmil Lodi, Tiziano Giffanti –. Già nei primi otto mesi dell’anno avevamo registrato un aumento degli infortuni mortali del 4,5%, salito poi a +8,5% nel mese successivo per toccare, infine, quota +9,4% nell’ultima rilevazione, sebbene un peso notevole, in questa triste contabilità, spetti sicuramente alla lunga catena di quelli che tecnicamente vengono denominati incidenti plurimi, che sono in effetti quelli che accadono proprio nei settori più rischiosi. Questi sono numeri che ci impongono di rivolgere il massimo impegno alla diffusione della cultura della sicurezza e alla formazione professionale, soprattutto ai giovani e ai meno giovani».