Lodi Vecchio, l’elmo romano torna al museo di Laus Pompeia

Si tratta di un pezzo unico, entrato a far parte del museo archeologico

Al museo Laus Pompeia l’arrivo della calotta in stile etrusco italico accolta dal sindaco Il copricapo è stato posizionato su un supporto che mostra come fosse indossato

Al museo Laus Pompeia l’arrivo della calotta in stile etrusco italico accolta dal sindaco Il copricapo è stato posizionato su un supporto che mostra come fosse indossato

Lodi vecchio, 17 settembre 2018 - Il primo tassello che porterà alla riscoperta di un guerriero sconosciuto. È stato svelato ieri, a Lodi Vecchio, l’elmo in stile etrusco-italico, completamente in bronzo, che gli studiosi ipotizzano appartenesse a un soldato romano del III secolo a.C. all’epoca della discesa di Annibale in Italia durante la Seconda Guerra Punica. Un pezzo unico, entrato a far parte del museo archeologico di Laus Pompeia, la Lodi dell’età romana prima di essere rasa al suolo dai milanesi il 24 aprile del 1158. Il reperto è stato scoperto qualche anno fa in un campo di Lodi Vecchio. Era distrutto, con diversi pezzi sparsi da sistemare. Delicato è stato l’intervento della Soprintendenza.

«È un elmo a calotta - spiega Lucia Mordeglia, etruscologa ed esperta di archeologia Italica per le province di Biella, Novara, Verbana e Vercelli -. Abbiamo dovuto ricostruirlo attraverso un lungo lavoro. Tanti piccoli frammenti sono stati sistemati, pulendo da ogni incostrazione l’elmo. Manca un bottone sulla parte sommitale che poteva servire per il fissaggio di pezzi decorativi». Tanti i punti da chiarire sulla sua storia. Per gli esperti della Soprintendenza e del museo, potrebbe essere appartenuto a un legionario, schierato in una coorte di princeps, hastati e triarii che componevano l’esercito romano, durante una delle campagne militari di espansione, probabilmente durante l’offensiva militare del 222 a.C., quando i Romani, battuti i Celti a Pizzighettone, nel Cremonese, attaversarono l’Adda e mossero in direzione Milano passando dal Lodigiano. Questo infatti non è l’unico elmo di quel periodo storico ritrovato: altri sono stati rinvenuti a Pizzighettone, Castelnuovo Bocca d’Adda e San Martino in Strada. «Un tassello importante per il museo Laus Pompeia - dice Simone Sestito, responsabile delle Belle Arti per le province di Lodi, Cremona e Mantova -. La collocazione dell’elmo qui a Lodi Vecchio è solo il punto di partenza di altre iniziative e pezzi storici che potrebbero arricchire questo museo».

A trovare l'elmo era stato il proprietario di cascina San Marco. Mentre arava con il trattore i suoi campi, si era accorto della presenza di uno strano copricapo che affiorava dal terreno. Aveva la calotta distrutta. Dopo averlo raccolto, l’agricoltore si era accorto del valore del cimelio che nel 2014 era stato affidato alla Soprintendenza, dove è stato conservato e restaurato nei depositi di Milano. Ad occuparsi della sua analisi è stato il curatore del museo Laus Pompeia, Gianluca Mete. «È un ritrovamento importante – spiega –. Sarà la star del museo, su un supporto pensato per far capire come fosse indossato». Per celebrare l’esposizione, il Comune ha organizzato una rievocazione storica per sabato e domenica prossimi, che si concluderà con la rievocazione della battaglia tra Celti e Romani (domenica alle 15.30 nel parco di via Repubblica). Lo spettacolo vedrà in campo i figuranti dell’associazione Legio I Italica, una sessantina, utilizzati anche da Alberto Angela.