Dimesso dall’ospedale con il virus. In tre ore contagia tutti i familiari

Lodi, la denuncia del genero: nessuno ci aveva detto che stavano aspettando l’esito del tampone

L’ingresso del “Maggiore” di Lodi

L’ingresso del “Maggiore” di Lodi

Lodi - «Hanno dimesso mio suocero dall’ospedale senza aspettare l’esito del tampone: solo dopo tre ore abbiamo saputo che era positivo». A raccontare la vicenda è un 48enne di un comune alle porte di Lodi, costretto da un paio di settimane, alla quarantena perché contagiato dopo il rientro del parente ricoverato a Lodi per problemi respiratori non legati al Covid. L’uomo, 70enne, affetto da una rara patologia ai polmoni, il 12 febbraio non riusciva più a respirare per complicazioni dovute alla malattia di cui già soffriva. Subito l’intervento del 118 e il trasporto in ambulanza al Pronto soccorso del Maggiore. L’uomo è rimasto lì per un paio di giorni, in attesa di un posto nel reparto di Pneumologia per malati no Covid.

Dopo le cure, il paziente è stato stabilizzato e poi dimesso il 17 febbraio per continuare le cure a casa. «Quel pomeriggio è andata mia moglie in ospedale a recuperare mio suocero e riportarlo a casa - spiega il 48enne, impiegato -. Nessuno dal reparto, però, le aveva detto che stavano aspettando l’esito del tampone e di metterlo in isolamento». La scoperta della positività è arrivata direttamente dal reparto del Maggiore dopo oltre tre ore dalle dimissioni. «Per noi è stato uno choc - dice il 48enne -. Siamo rimasti in casa da quel momento per evitare rischi. Poi abbiamo fatto tutti il tampone, non senza difficoltà, e abbiamo scoperto che io, mia moglie e mia figlia siamo positivi. Mio suocero è dovuto tornare in ospedale perché ha bisogno dell’ossigeno». Informata del caso, l’Asst di Lodi si riserva una comunicazione nelle prossime ore.