"Io invalido del Covid dico: vaccinatevi"

L’appello di Carlo Stoppini, 60 anni, che ha contratto il coronavirus durante la prima ondata: un’esperienza che segna

Carlo Stoppini, 60 anni, ha contratto il coronavirus a 58 anni

Carlo Stoppini, 60 anni, ha contratto il coronavirus a 58 anni

Somaglia (Lodi) - Gli esami fatti a un anno e mezzo di distanza dal Covid hanno evidenziato problemi che prima di ammalarsi non aveva mai avuto. Per Carlo Stoppini, 60 anni, che ha contratto il coronavirus durante la prima ondata, il 29 febbraio 2020, fare sforzi o camminare in salita significa, ancora oggi, un pesante affanno. Sintomi che gli hanno permesso di ottenere un’invalidità legata alle conseguenze del Covid.

«Sono guarito dal virus, ma ancora oggi non ho recuperato del tutto - spiega Carlo Stoppini -. Recentemente mi sono rivolto a un gastroenterologo per un’infiammazione dell’intestino. Lo specialista mi ha spiegato che è un problema dovuto al virus. Poi sono stato dal neurologo per un’altra visita, perché ho poco tatto sul fianco e sulla coscia. E a tutto questo si aggiungono i controlli ai polmoni: a dicembre dovrò fare la spirometria e un altro esame per capire la mia capacità respiratoria. Inoltre dovrò anche fare una tac ai polmoni. Inoltre per un’infezione che ho preso mesi fa ho un buco nel polmone destro di un centimetro. Per me il Covid è diventata una patologia cronica. Quello che viene chiamato long Covid esiste. Sto migliorando costantemente, ma mi sarei evitato volentieri tutto questo".

Carlo, da parte sua, ricorda con lucidità quei giorni di un anno e mezzo fa, con tutto il carico di angoscia durato cinque mesi. Al Policlinico di Milano l’allora 58enne lodigiano trascorre giorni "da cani", prima in un reparto ordinario, poi subito in terapia intensiva. Poi il 28 luglio 2020 la rinascita con il ritorno a casa dopo 22 giorni di riabilitazione. Dal 29 febbraio 2020 ha lottato tra la vita e la morte dopo essere stato contagiato. In quei giorni gli ospedali lodigiani erano stracolmi è stato costretto al ricovero al Policlinico di Milano con una forte polmonite interstiziale bilaterale. Condizioni subito apparse critiche per i medici, che dopo aver provato a curarlo con il casco Cpap, hanno dovuto portarlo, appena poche ore dopo il ricovero, nel reparto di terapia intensiva per essere intubato e provare cure d’emergenza per superare il picco della carica virale. Dopo un mese molto difficile, man mano le sue condizioni si sono stabilizzate, fino al 22 luglio 2020 quando dopo 5 mesi di lotta in ospedale e un breve periodo di riabilitazione in una clinica, è riuscito a tornare nella sua Somaglia per provare a riprendere una vita quasi normale. Poi Stoppini, che ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino, lancia un appello agli over 50 non ancora vaccinati: "Quello che ho vissuto io è stato un incubo terribile. Un’esperienza che ti segna e che ti lascia sofferenze. Se ci fosse stato un vaccino subito a disposizione mi sarei sicuramente evitato tutto questo".