Coronavirus, i ristoratori di Lodi: combattere o chiudere?

Pur non essendo nell ’area in quarantena la città sconta il ruolo di capoluogo

Carmela Mineo,   del "Pirata" di viale Dalmazia, cerca di resistere

Carmela Mineo, del "Pirata" di viale Dalmazia, cerca di resistere

Lodi, 27 febbraio 2020 -  «Dopo il nulla dello scorso week end abbiamo deciso di chiudere fino a giovedì, forse fino a domenica". A parlare è Ivan Mascherpa, titolare dell’Enorafo di piazza della Vittoria, uno dei tanti ristoratori colpiti dalla “crisi del virus”. Lodi, pur essendo in ‘zona gialla’ come il resto della Lombardia, sconta di essere capoluogo dei 10 comuni in ”zona rossa”. "D’altra parte - aggiunge - si invita la gente ad evitare assembramenti. I riscontri tra la nostra clientela, contattata via mailing, sono stati pochi, anche per il pranzo. Così abbiamo chiuso, anche per non favorire i contagi. Siamo in 10 a lavorare qui, tra dipendenti, apprendisti e contratti a chiamata: la situazione è drammatica. Un ammanco di qualche giorno è gestibile sul lungo periodo è un problema".

A risentirne non solo solo i ristoratori: "Per venerdì avevo 8 arbitri e 10 dirigenti federali prenotati per la coppa Italia di hockey a Lodi, ora rinviata - spiega Luciano Molinari del B&B Cavrigo, 12 camere e 2 dipendenti a casa da ieri -. Resto aperto, ma fino al 5 marzo mi sono già state annullate tutte le prenotazioni, comprese quelle infrasettimanali, di lavoro. Ho sentito dire che stanno annullando o posticipando le fiere a Milano, compreso il Salone del Mobile, che per Lodi significa una settimana da tutto esaurito. Non sapere cosa ci aspetta crea disagi enormi".

«Bisogna cercare di reagire, dobbiamo aiutarci, tra cittadini oltre che tra commercianti, pensare a delle iniziative, cercare aiuti di categoria - afferma Carmela Mineo, de Il Pirata di viale Dalmazia -. Io, a parte un dipendente full time, ho 4-5 persone a chiamata che ora sono a casa. Il servizio in sala è calato del 70%, quello d’asporto del 30%. Ma il giro economico coinvolge anche i fornitori". "In questi giorni ho avuto meno di un terzo degli incassi - rimarca Federico Lettieri di Piadatime di via Saragat -. Se continua così chiuderò: mi hanno già disdetto una prenotazione di 20 persone tra 2 settimane. Spero che Stato o Regione intervengano con incentivi e sostegni e il Comune con sgravi sulla tassa rifiuti".